Tragedia nel Canale di Sicilia: Padova2020 esprime totale solidarietà alle popolazioni in fuga, alle famiglie delle vittime, a chi a qualsiasi titolo si sta adoperando per prestare soccorso.
Non vedo, non sento… così sto tranquillo, sono al sicuro.
Questa pare sia la strategia di chi invoca blocchi navali e respingimenti di fronte alla marea montante dei disperati in fuga dalle guerre che affliggono tante aree del Sud del mondo.
Non è affar nostro! Abbiamo altri problemi! Non possiamo accoglierli tutti!
Queste alcune delle affermazioni ricorrenti (le meno brutali, a dir la verità) di chi dimentica che l’Italia ha ratificato nel 1948 la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo sull'onda dell'indignazione per le atrocità commesse nella Seconda Guerra Mondiale; e nel 1951 ha parimenti sottoscritto la Convenzione di Ginevra in cui è inserito lo Statuto dei Rifugiati.
Quindi è affare anche nostro. Vogliamo far finta di non vedere?
La nostra penisola in origine era parte del Continente africano, oggi si protende nel Mediterraneo come un braccio teso, come un ponte. Possiamo ignorare la geografia?
Il Regolamento Europeo “Dublino II” prevede che lo Stato membro competente all'esame della domanda d'asilo sia lo Stato in cui il richiedente asilo ha messo piede per la prima volta nell'Unione europea. Nel 2003 fu il Governo Berlusconi, sostenuto dalla Lega Nord, a sottoscriverlo. Vogliamo far finta di non sapere?
Come osserva il sociologo Ilvo Diamanti su La Repubblica del 20 aprile, da noi l'immigrazione è sempre più di "passaggio" verso altri Paesi che offrono prospettive di lavoro migliori. Perché l'immigrazione è anche un indice di sviluppo. Quando gli immigrati cominciano ad andarsene, come effettivamente avviene da qualche tempo qui da noi, è perché il nostro mercato del lavoro non è più in grado di attrarli e di assorbirli. E infatti, osserva Diamanti, anche i nostri giovani se ne vanno: l’Italia è al quarto posto come Paese di "emigrazione": dopo turchi, marocchini, rumeni, ci siamo appunto noi italiani.
Si stimano 1800 morti solo quest’anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, in qualsiasi condizione, a qualsiasi costo, a qualsiasi età…
Possiamo provare a chiudere gli occhi e le orecchie, ma non servirà a fermare gli sbarchi di chi fugge da guerra, fame, persecuzioni.
Non ci sono soluzioni facili né rapide. Non siamo più di fronte ad un’emergenza, bensì ad una situazione permanente e dare ascolto a chi propone solo respingimenti e blocchi navali significa, oggi, rinunciare non solo alla nostra umanità, ma anche alla nostra intelligenza e senso della realtà.
Padova2020 esprime totale solidarietà alle popolazioni in fuga, alle famiglie delle vittime, a chi a qualsiasi titolo si sta adoperando per prestare soccorso.