Continua la pioggia di Piani Urbanistici Attuativi di nuovo edificato su suolo agricolo, approvati dall’amministrazione Comunale. L’ultimo della serie riguarda un residuo di cuneo verde tra Padova e Albignasego in via Chiesa Vecchia. La logica è sempre quella della perequazione: il Comune concede di costruire su una parte dell’area e la rimanente viene ceduta a verde o servizi (in teoria) ad uso pubblico.

Il tutto in perfetta sintonia e continuità con l’amministrazione precedente; dal punto di vista urbanistico le politiche di Bitonci ricalcano quelle di Zanonato-Rossi, alla faccia delle promesse in campagna elettorale. Sicuramente pronta sarà la risposta del Sindaco che darà la colpa a scelte (PAT - Piano di Assetto del Territorio) fatte dall’amministrazione precedente su cui è impossibile tornare indietro. Questa difesa è la foglia di fico dietro cui nascondere il medesimo indirizzo politico della Lega in Regione che ha fatto del Veneto negli ultimi 20 anni, la Regione a più alto consumo di suolo dopo la Lombardia. Numerose sono le sentenze di TAR e Consiglio di Stato che danno ragione a quelle amministrazioni che rivedono le loro previsioni di sviluppo urbanistico (TAR Milano 2765/2014); ad esempio il Comune di Udine ha tagliato nel 2013 un milione di metri cubi di previsione di nuovo edificato. A Padova, niente di tutto questo. 

Qual è la strategia di sviluppo urbano perseguita? A fronte di 20.000 case/appartamenti sfitti tra Padova città e cintura metropolitana, non si vede la necessità di nuovo edificato tenuto conto dell’emorragia di popolazione padovana, soprattutto giovani che migrano altrove. È una operazione a saturazione di cemento su tutti i residui cunei verdi o ritagli di campi agricoli rimasti in città, non c’è un disegno strategico volto a strutturare servizi e verde pubblico dove servono. Spesso accade che il privato ceda i terreni al pubblico che però non ha i soldi per progettare servizi o attrezzare il verde pubblico e quindi finisce che l’area resta in gestione al privato con un ipotetico uso pubblico che nel tempo verrà meno. Una incapacità politica volta a lasciare spazio alla rendita fondiaria dei privati, mentre parti intere di città restano dei vuoti urbani degradati, cui nessuno mette mano. Proprio in prossimità del nuovo edificato previsto in via Chiesa Vecchia c’è uno di questi vuoti urbani, alla fine di via Adriatica all’incrocio con via S. M. Assunta; interi palazzi per lo più vuoti, due distributori di benzina abbandonati a se stessi da decenni, un tessuto commerciale ormai morto.

Si continua a sottrarre terreno agricolo alla produzione di cibo in nome di una speculazione edilizia che ha fatto i suoi danni e che non è più in grado di sostenere l’economia del comparto edile, oltre a non saper rigenerare il tessuto urbano degradato della città. 

E pensare che questo è l’anno dell’EXPO il cui slogan è “nutrire il pianeta”!

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