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STATUTO DEL COMUNE DI PADOVA: modifiche inaccettabili!

 

Consiglio Comunale del 2 novembre: si sta tentando di modificare lo Statuto del Comune di Padova, la nostra Costituzione, senza confronto con la minoranza, a colpi di maggioranza. Si vuole lasciare che il Sindaco nomini i membri dei Comitati di Quartiere, e abbia anche il potere di revocarli, e senza proporzione con i membri del Consiglio Comunale. Il Sindaco, vuole controllare direttamente anche i quartieri? Domando: la democrazia interessa ancora a qualcuno? Era stata inventata per garantire tutti, ora sem-bra diventata solo una forma vuota. Chiedo a tutti quelli che hanno a cuore la democrazia, senza bandiere di nessun partito, di venire gio-vedì 5 novembre in Comune ad esprimere il proprio dissenso. Se questa maggioranza pensa con 4 voti in più di far passare modifiche indecenti alla nostra Costituzione Comunale, proposte da una Presidente del Consiglio Comunale, Federica Pietrogrande, “dall'alto” delle sue 125 preferenze, si sbagliano di grosso. I Comitati di quartiere servono per riportare Partecipazione, non per fare da “applausodromo” al Sig. Massimo Bitonci!

Il tema oggetto di modifica è la composizione dei Comitati di Quartiere che devono sostituire i vecchi Consigli di Quartiere, ecco i principali punti inaccettabili perché intaccano alla base lo spirito della democrazia e della rappresentanza nella nostra città:

1) Ogni Comitato di Quartiere avrà 18 membri nominati dal Sindaco, 16 scelti in proporzione ai seggi in Consiglio Comunale (e indicati dai capigruppo), e 2 scelti autonomamente dal Sindaco. Perché non va bene?

Perché significa che la rappresentanza nei Quartieri sarà, rispetto ai voti presi (al ballottaggio Bitonci ha preso il 53,5%) scorrettamente sbilanciata verso la maggioranza (in Consiglio circa 60%-40%, nei Quartieri si arriverà quasi a 70%-30%!), ben al di sopra del premio di maggioranza già avuto! Noi avremmo inoltre voluto che ogni quartiere avesse un Comitato che rispecchiasse i voti del Quartiere, al primo turno, e non quelli aggregati a livello cittadino, perché ogni quartiere ha una composizione politica differente, e avremmo voluto così che an-che liste non presenti in consiglio comunale avessero una rappresentanza nei quartieri. E’ sorprendente la proposta di ripetere nei singoli quartieri le proporzioni rappresentate in Consi-glio comunale con l’ulteriore maggiorazione su nomina del Sindaco (Art. 1 c.2): in questo mo-do si cancella la rappresentanza reale del territorio decentrato;

2) Nei Comitati avranno diritto di parola Sindaco e Assessori. Perché non va bene?

Perché non c’è possibilità per le opposizioni di portare nei quartieri il loro punto di vista. E’ antidemocratico che a parlare nei quartieri possano andare solo Sindaco e Assessori. Questa facoltà va estesa, per esempio, almeno ai capigruppo e ai presidenti di commissione, se non a ogni consigliere comunale. Inoltre gli articoli 3 e 4 prescrivono procedure di convoca-zione gestite dai rappresentanti del Sindaco, limitazioni agli O.d.g. e alle possibilità di discussione nel corso delle convocazioni: in pratica il Sindaco e i Suoi Rappresentanti di maggioranza avrebbe-ro il controllo completo delle assemblee.

3) Il sindaco nomina i membri dei Comitati e ha potere di revoca per, non meglio precisati, ‘gravi motivi’. Perché non va bene?

I membri dei Comitati devono essere espressione dei quartieri, e non nominati dal Sindaco. Caso-mai le nomine devono essere fatte alla luce del Sole, pubblicamente, e quindi casomai con un atto del Consiglio Comunale. Nomine e revoche devono essere atti pubblici e necessitano di un pas-saggio in Consiglio Comunale. Infine il sindaco non è un Podestà con diritto di revoca di ruoli che sono politici e che dipendono dalla volontà dei cittadini votanti, in maniera arbitraria co-me lascia a intendere la formula appositamente vaga ‘per gravi motivi’.

4) Le nomine avvengono “valorizzando l’impegno civico di coloro che si sono candidati nelle liste elettorali” (tradotto: priorità viene data a chi si è candidato e non è stato eletto in Consiglio Comu-nale) . Perché non va bene?

I Comitati di Quartiere devono essere composti da persone riconosciute e autorevoli nei quartieri, e non essere il rifugio di sodali di Partito che non sono riusciti a entrare in Consiglio Comunale e che vanno comunque ricompensati con qualche poltrona. I Comitati di Quartiere non devono diventare mini-consigli comunali dove ripetere, in piccolo, le polemiche e le contrapposizioni del consiglio comunale, ma devono diventare luoghi UTILI al quartiere, di dialogo e di costruzione se possibile condivisa di proposte utili al quartiere. I Comitati di Quartiere devono partire dal territorio, e non essere organismi calati dall’alto con nomina sindacale e composizione derivata dalle elezioni comunali.

La sostanza sopra descritta, pur nella aridità delle formule burocratiche, dimostra che non c’è la volontà di fare dei Comitati di Quartiere dei luoghi di reale discussione e partecipazione, che pos-sano magari riavvicinare anche i cittadini alla politica. Al contrario i Comitati diventano dei ‘re-fugium peccatorum’ per i candidati non eletti da riciclare in qualche modo, e longa manus di propaganda del Sindaco e della maggioranza camuffata da luogo di partecipazione poli-tica. Per di più falsando anche la composizione dei Comitati con numeri sbilanciati rispetto ai voti reali ottenuti.

E’ importante dunque per chi ha a cuore i principi della democrazia nella nostra città far conoscere quanto sta avvenendo e partecipare la Consiglio Comunale di giovedì 5 novem-bre alle ore 16 per portare il proprio dissenso rispetto a cotanta prepotenza istituzionale.

Francesco Fiore 

Consigliere Comunale Padova2020

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