La cifra distintiva di questa giunta: + cemento e – servizi alla persona. Il nostro commento alle ipotesi di passaggio dei Servizi Sociali all’Asl 16
Esprimiamo viva preoccupazione per l’intenzione manifestata da questa Giunta comunale di “trasferire” in blocco i Servizi Sociali (sedi, dipendenti e beni) alle strutture organizzative della ASL 16, con la motivazione che così si uniformerebbe il modello in tutta la provincia, non sapendo però ancora quale modello, dato che le Asl della provincia di Padova sono tre (15,16 e 17) e hanno tutte modelli diversi. Senza contare che un conto è accorpare piccoli comuni, un altro pensare di farlo con il comune di Padova, che da solo conta la me-tà degli assistiti dell’intera Asl 16.
Riteniamo invece che delegare tutte le funzioni sia impensabile, ad esempio la gestione abitativa (ATER), e in generale si tratterebbe di una perdita di servizi per la cittadinanza.
“Ambulatorizzare” i servizi sociali toglierebbe di fatto numerosi servizi ai cittadini.
In questi ultimi anni la spesa per il sociale è stata progressivamente ridotta, e il Bilancio di previsione 2016 ne ha programmato un’ulteriore contrazione fino al 2018 per un altro 25% (da 50 a 37 milioni), da aggiungere ai tagli degli anni scorsi: 500 famiglie con minori non più seguite dal 2014, eliminazione dei mediatori nelle scuole, dal 2015, a danno di 350 bambini, fino alla notizia di questi giorni di una drastica riduzione delle ore di assistenza domiciliare agli anziani!
Ma vogliamo portare all’attenzione di tutti su un altro aspetto, meno visibile ma collegato a questo e ancor più preoccupante, delle scelte politiche di questa amministrazione: la ven-dita, un anno fa circa, di una parte delle azioni Hera possedute, per un introito di circa 20 milioni di euro. Operazione che da un lato mette risorse a disposizione delle opere pubbli-che (la cui opportunità è tutta da dimostrare, in molti casi!) e dall’altro priva il bilancio co-munale dell’introito annuale dei dividendi (5-6%, quindi molto buoni) di tali azioni, che po-teva invece essere destinato alla spesa corrente, quindi, ad esempio, ai servizi sociali e alle manutenzioni ordinarie.
Al contrario l’introito della vendita delle azioni può essere speso solo per investimenti pa-trimoniali. Vale a dire che il Comune con il ricavato una tantum di questa vendita potrà fi-nanziare, ad esempio, la costruzione della nuova caserma della polizia locale, o una nuo-va rotonda, o il nuovo stadio al Plebiscito, o il progetto viario noto come “Arco di Giano” a Padova Est…
In due parole: + cemento e – servizi
E questo in un contesto in cui già il territorio è saturo di cemento e molti appalti sono “chiacchierati”, mentre il taglio dei servizi penalizza le fasce di cittadini più deboli e già pro-vati da questa lunga crisi economica.