"Inquinamento da ozono: Padova maglia nera in Europa", dal Mattino di Padova del 15 ottobre 2013; "Inquinamento da ozono: Padova
maglia nera in Unione Europea", dal Corriere del Veneto del 15 ottobre 2013; "Polveri sottili, male il nordest. Padova maglia nera", da Il Gazzettino 16 ottobre 2013.
Questi i titoli che, con poche variazioni, campeggiavano il mese scorso sulla stampa locale, riportando i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente sull’inquinamento da Ozono. Dati che inchiodano Padova, con i suoi 104 giorni di sforamento dei limiti di legge nel 2011, e 90 nel 2012.
E’ ormai assodato che vanno tenuti in grande considerazione i danni sul lungo periodo provocati da ripetuti superamenti del citato limite di legge. Nei bambini possono portare ad una riduzione della funzione polmonare e negli adulti accelerano il naturale processo d’invecchiamento della funzione polmonare.
L’eccessivo smog a Padova è un problema cronico, causato dal massiccio traffico veicolare.
"L’Amministrazione comunale -afferma Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova- non può continuare a procrastinare serie misure strutturali e permanenti di contrasto a traffico e smog. Bisogna iniziare a lavorare almeno sul controllo e moderazione del traffico in entrata in città (250mila spostamenti al giorno): questo si può fare con l’Ecopass o con il sistema dei crediti degli accessi: un monte-accessi gratuiti alla città, superato il quale il “cityuser” deve scegliere se usare mezzi sostenibili (bicicletta, trasporto pubblico, carpooling, carsharing ecc.) o comprare nuovi accessi, che finanzieranno il potenziamento della rete dei trasporti alternativi. Il limite di velocità andrebbe inoltre abbassato a 30km orari in tutta la città per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti, incentivando così spostamenti senz’auto per i percorsi urbani".
Proprio alcune delle proposte contenute al punto 7 “MOBILITA’” del Programma di Padova2020 che Francesco Fiore si impegna a sostenere se verrà eletto Sindaco.
In tutto il mondo si stanno cercando soluzioni che integrino ambiente e crescita, mobilità e sostenibilità. Un recentissimo rapporto della multinazionale di consulenza McKinsey&Company dal titolo HOW TO MAKE A CITY GREAT, ci fornisce una panoramica di buone pratiche che i sindaci adottano, in giro per il mondo, per trasformare le loro città in posti migliori dove vivere e lavorare. Ad esempio, nella parte dedicata all’ambiente, il rapporto richiama l’attenzione sul modo in cui gli amministratori possono integrare il pensiero ambientalista nelle decisioni economiche. Una questione di vitale importanza per la crescita intelligente.
L’effetto serra globale è dovuto per il 70% al consumo di energia negli edifici e nei trasporti; il traffico congestionato aumenta i costi nelle attività lavorative; l’inquinamento dell’aria minaccia la salute dei cittadini; le fonti di energia scarseggiano sempre di più. Ne consegue che l’approccio ottimale per un’amministrazione cittadina è quello che integra gli obiettivi ambientali nella pianificazione. Ad esempio, Vancouver ha un Greenest City Action Plan che stabilisce obiettivi per il 2020; Copenhagen: (la città più sostenibile in Europa secondo l’Indice delle Città Verdi Europee della Siemens) punta a diventare “carbon neutral”; Seattle negli USA, le Fiandre in Belgio, Kamikatsu in Giappone, Bath in Inghilterra: tutte hanno l’obiettivo zero rifiuti in discarica.
Per favorire il raggiungimento di questi obiettivi è necessario far leva su una combinazione di politica dei prezzi, regolamentazioni, campagne informative.
Tra il 2010 e il 2025 nelle città del mondo gli abitanti aumenteranno di 65 milioni. La crescita sostenibile si basa pertanto sull’investimento in infrastrutture che riducano le emissioni, la produzione di rifiuti e l’utilizzo dell’acqua.
Occorre partire dal miglioramento delle infrastrutture esistenti, la costruzione di distretti verdi e la costruzione di comunità ad alta densità. Ecco qualche esempio.
Miglioramento Infrastrutture.
New York: il rimodernamento dell’Empire State Building nel 2011 ne ha fatto un punto di riferimento dell’edilizia verde in termini di efficienza energetica con gli ultimi ritrovati in fatto di finestre, monitoraggio automatizzato, sistemi di controllo ed attrezzatura di raffreddamento ad alta efficienza. I 13,2 milioni di dollari investiti saranno ripagati in 3-5 anni e la riduzione di emissioni di gas serra sarà di 100.000 tonnellate in 15 anni.
Istanbul: riservando tratti di strada solo per gli autobus, essi viaggiano due volte più velocemente delle auto e arrivano con intervalli di 30-45 secondi, fornendo un servizio continuato a circa 620.000 passeggeri.
Bogotà, Delhi, Pittsburgh: negli ultimi vent’anni hanno introdotto sistemi di “rapid-transit” (corsie preferenziali) per gli autobus.
Costruire distretti verdi.
Molte città richiedono che siano rispettati i più avanzati standard dell’eco-edilizia nelle singole costruzioni ed infrastrutture. Alcune cercano di costruire interi distretti con tali standard.
Nelle città nascenti gli amministratori hanno l’opportunità di costruire in modo sostenibile dal principio con costi aggiuntivi relativamente bassi.
Costruire comunità ad alta densità.
Rio de Janeiro: il sindaco Eduardo Paes afferma che non bisogna estendere i confini della città ma riguadagnare gli spazi persi.
Singapore: si individuano spazi sottoutilizzati e si incoraggia lo sviluppo ad alta densità.
New York: si incoraggia la ristrutturazione e la divisione di più unità ridotte, e la costruzione sui tetti.
Le comunità ad alta densità utilizzano meno terreno e minori risorse, per esempio le persone camminano invece di usare l’auto, e riducono i costi per le infrastrutture. E’ necessario però che ci siano dei buoni sistemi di trasporto di massa.
Chicago: ha favorito nuovi insediamenti vicino a linee ferroviarie esistenti o potenziate. Il piano “Go to 2040” mira a che il 75% delle abitazioni entro il 2040 siano entro una distanza dal servizio di trasporto che sia percorribile a piedi.
Chengdu (Cina): stanno costruendo una città prototipo in cui 80.000 residenti vivranno e lavoreranno entro un cerchio di mezzo miglio quadrato, a non più di 15 minuti a piedi. Il piano prevede di ridurre rifiuti da discarica (89%), consumo di energia (58%), acque reflue (48%) rispetto ad una tipica città cinese delle stesse dimensioni.
Padova è una piccola città, rapportata a queste metropoli. Cambiare modello di sviluppo si può!