Per quale motivo il centrodestra, attualmente al governo della città, dopo aver criticato Rossi e Zanonato perché non erano trasparenti e avevano dato le carte 'solo' un mese prima, ora le forniscono SOLO 48 ore prima (martedì 16/12)?
LAVORO: perché si porterà la fusione al voto giovedì 18/12 quando ancora un accordo con i sindacati non c'è? Pare infatti che garanzie sui posti di lavoro e il prezzo dei biglietti ci siano solo per i primi 2-3 anni MENTRE (pare) NON C'E' alcuna garanzia che non verranno tagliati i km (a marzo era previsto un taglio di 1 milione e 600.000 km).
VALORE SOCIETA’: continuano a mancare le perizie sul valore delle società, perizie certificate, su cui stabilire il concambio. NESSUN PRIVATO farebbe una fusione senza perizie certificate; ad oggi l'unico studio di fattibilità disponibile è quello di Rossi-Zanonato fatto da Studio Giordano (il quale dott. Giordano poi è stato inquisito e anche provvisoriamente arrestato per il MOSE).
PIANO INDUSTRIALE: nella sospensiva di marzo c'era scritto che si chiedeva di fare un nuovo Piano Industriale (su aumento velocità commerciale, nuovi tragitti per coprire nuova domanda, innovazione in linea con best practices europee etc), NON E' MAI STATO FATTO.
Inoltre, con la “fusione Bitonci” non si elimina nemmeno una società quindi IL NUMERO DI PARTECIPATE NON SCENDE NEANCHE DI UNA UNITA' e quindi nemmeno gli incarichi in CdA.
CONTRIBUTI REGIONALI: al momento mancano le garanzie scritte dell'assessore regionale che assicurino l’erogazione dei contributi regionali anche per i km che verranno tagliati (come da promesse di Chisso, oggi agli arresti) questo è fondamentale perché: SENZA QUESTA MISURA L'INTERO PIANO ECONOMICO CHE DIMOSTREREBBE CHE CON LA FUSIONE L'AZIENDA STA IN PIEDI VIENE A CADERE; cioè se manca questa garanzia le perdite che ci sono oggi rimarranno anche domani, quindi la fusione ci farebbe perdere sovranità senza nemmeno sanare i conti!
SOVRANITA’: perché non mantenere la sovranità sulla società, aspettando una fusione con società locali o la famosa società di TPL regionale controllata non dalle Ferrovie ma dai territori, e nel frattempo sanare il buco? Le azioni per farlo sarebbero:
a) nuovo piano industriale
b) tornando a includere i parcheggi nel sistema di mobilità cittadino, visto che il buco è nato quando i ricavi dei parcheggi sono stati scorporati
Esistono anche ulteriori alternative a questa fusione: ad esempio l’ATI (Associazione Temporanea di Imprese, finalizzata alla gara) o la formula adottata in Emilia Romagna (TPER Trasporto Pubblico Emilia Romagna), dove Comune e Regione hanno promosso una società unica.
QUALE FUSIONE? Non siamo contrari ad una fusione tout court, siamo però fermamente contrari ad una fusione che non preveda nessuna garanzia sui km non tagliati.
Inoltre, dovrebbe essere la società cittadina che incorpora quella provinciale, non viceversa: una città come Padova per il bene del suo commercio, del suo turismo, dei servizi resi alle sue grandi 'aziende' come Università, Ospedale, Zona Industriale e Comune, NON PUO' ANDARE IN MINORANZA NEL SUO TRASPORTO PUBBLICO
Riteniamo che BUSITALIA sia la peggior azienda con cui fonderci perché non è espressione del territorio e il Governo Renzi ha in mente di privatizzare parzialmente FS l'anno prossimo. Busitalia e FS sono società di fatto a controllo politico (come APS), solo che almeno su APS i padovani possono influire
Una fusione ben fatta sarebbe utile alla città, a patto che venga fatta con soggetti del territorio (es. società TPL di Vicenza, e/o Treviso, e/o Verona, etc, oppure società di TPL di carattere REGIONALE come la suddetta TPER).
IN CONCLUSIONE: mentre in tutta Europa si ragiona di città senza auto e con bus gratuiti, con funzione di volano per commercio e turismo, da noi il Trasporto Pubblico Urbano è solo un costo da dismettere; andrebbe invece visto come bene comune, non a rilevanza economica, un bene (come strade, parchi, paesaggio etc.) che non deve 'rendere' di per sé ma deve essere funzionale a risparmiare sui costi della salute (vedi inquinamento aria), e a rendere più attraente e fruibile la città per turismo e commercio.
Tutto questo non può finire fuori dal controllo dei padovani per interessi tutti spostati a Roma, che non hanno un legame con il nostro territorio.