La nuova economia leggera del XXI secolo ha l’urgenza a Padova di un distretto dedicato dove poter crescere. In tale ambito rientrano i creativi, gli artigiani e i ‘makers’ (wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Maker). Con lo stesso criterio con il quale a inizio ‘900 la città si è dotata di un’infrastruttura (per quei tempi) moderna e lungimirante come la Zona Industriale, oggi la città deve dotarsi di analoghe infrastrutture moderne per l’economia del XXI secolo. Il distretto dei creativi va pensato in grande, e deve dunque raccogliere il consenso da parte di tutte le parti sociali della città.

Proposte:

Il Distretto dei creativi dovrebbe vedere servizi moderni per l’insediamento di tutte le attività legate all’economia della conoscenza: nuovi media, entertainment, produzioni di contenuti digitali, artistici e musicali, attività legate alla comunicazione e all’informazione, botteghe moderne del saper fare con le mani. Il distretto dovrebbe essere quindi un polo attrattore di creativi e di makers e dovrebbe essere strutturato come un’area all’avanguardia: banda larga e infrastruttura informatica di ultima generazione, nuova mobilità, architettura e urbanistica innovative. Il distretto in questo modo fungerebbe da stimolo e riferimento per una modernizzazione complessiva della città. Questa riconversione è possibile grazie a bandi europei sulle ‘città smart’.

Lo stesso distretto diventa anche il distretto del ‘saper fare’, dove la creatività si allarga all’ambito dell’artigianato, del ‘fatto a mano’, della dimensione delle botteghe e dei mestieri. Perciò è indispensabile la realizzazione, nel Distretto dei Creativi, di una ‘Casa dell’Artigianato e del Saper Fare’: un centro per la valorizzazione delle attività artistiche e tradizionali, dell’artigianato, del saper fare manuale.

L’area più adatta è quella della zona Fiera-Via Venezia per diversi motivi: vicinanza con il polo scientifico dell’Università (i 2 poli così si fertilizzerebbero a vicenda), vicinanza con la stazione ferroviaria, disponibilità di ampi spazi, parzialmente da riconvertire, come quelli della Fiera di Padova.

La Zona Fiera-via Venezia è adiacente al di là del Piovego con il quartiere del Portello che può così diventare il luogo di residenza dei creativi. Grazie all’insediamento del Distretto dei creativi in zona Fiera il Portello rinasce così a nuova vita, una sorta di ‘Prenzlauer Berg’ padovano (da Prenzlauer Berg Wikipedia: “Dalla riunificazione della Germania nel 1990, completati i lavori di risanamento del patrimonio edilizio, Prenzlauer Berg è diventato un punto di attrazione per giovani e artisti, con l'apertura di numerosi bar, ristoranti e attrezzature culturali. È oggi uno dei quartieri più vitali della città, anche per l'alto numero di famiglie con bambini.” Link: http://it.wikipedia.org/wiki/Prenzlauer_Berg), non solo luogo di residenza dei creativi e degli artigiani ma anche luogo di socialità per essi. In questo modo il Portello può risolvere gran parte dei suoi problemi attuali di sicurezza.

L’area Fiera può quindi essere riconvertita a cuore del Distretto dei Creativi, distretto che renderà la zona viva, moderna, fruibile e fonte di benessere e sviluppo per tutta la città.

La vicinanza di Padova con Venezia può consentire di dare una dimensione internazionale a questo distretto che può così essere in grado di attirare giovani, artisti, artigiani e ‘makers’ da tutta Europa e da tutto il mondo.

Benefici:

L’area Fiera-Portello-Stanga assume un ruolo più importante nella città.

Il quartiere Portello acquista una nuova identità, adatta pienamente anche alla sua storia passata e alla sua conformazione attuale.

Si da una soluzione ai problemi di sicurezza del quartiere Portello.

Le nuove occupazioni in ambito creativo e artigianale, tra le più promettenti in futuro, trovano uno spazio organico in cui svilupparsi, spazio che diventa così un attrattore per nuovi creativi anche non padovani o non italiani.

Si mette maggiormente in sinergia la città con l’Università.

Art. 9 della Costituzione italiana “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” L'idea della 'cultura bene comune' respinge ogni ideologia e prassi politica che trattino la cultura come 'merce pregiata', come cumulo di cose belle, come successione di 'eventi' estemporanei intesi a promuovere il consenso. 'La cultura bene comune' è quell’insieme di scelte, azioni, comportamenti condivisi che promuovono e tutelano la qualità della vita di una comunità; è, contemporaneamente, una ricchezza da proteggere ed una risorsa preziosa da tutelare, un imprescindibile fattore di coesione e inclusione ed un motore per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile. Valorizzare la cultura non significa però mercificare il patrimonio comune ereditato, offrendolo al mercato turistico grazie ad un'abile attività di marketing che trasformi la città in una “Disneyland culturale”; significa invece elevare la qualità di ogni momento e aspetto della vita dei suoi cittadini, chiamandoli ad essere protagonisti di un progetto comune. Una città “casa dei suoi cittadini” e ricca di attività culturali, attrae non solo turisti, ma anche persone che vorranno condividerne la qualità della vita. Proposte: All’Assessorato alla Cultura spetta: il progetto a medio e lungo termine che coinvolga in un disegno organico istituzioni, associazioni e cittadini. il coordinamento delle attività culturali. la tutela, la gestione e la riqualificazione dei luoghi deputati alle attività culturali Allo stato attuale allo stato attuale, nella città di Padova, manca una progettualità comune, organica e condivisa tra l'Assessorato alla cultura, l'Università, le Associazioni e gli enti culturali, si propone la creazione di una Tavola Permanente, di cui il titolare dell'Assessorato alla cultura si faccia interprete presso la giunta comunale. La tavola è un organismo che promuove e indirizza il progetto coordinato tra i soggetti che operano culturalmente in città e rende possibile, un’interazione proficua tra Università, Enti, Associazioni e Comune: Tavola Permanente (Triumvirato* cultura) Assessore alla cultura; Rappresentante designato dall'Università di Padova; Rappresentante designato dagli Enti e Associazioni riconosciute nell'albo del Comune di Padova. Questi soggetti dovranno collaborare continuativamente alla promozione e gestione delle attività culturali, oltre i limiti dei luoghi istituzionali specifici destinati alla ricerca e alla trasmissione del sapere. Benefici: La creazione di un organismo intermedio fra l’assessorato e la cittadinanza dovrebbe costituire il luogo dove i diversi interessi culturali e le diversi competenze possano trovare una sintesi efficace e stabilire un nesso costante fra amministrazione e società civile.
È necessario favorire la crescita del sentimento di appartenenza alla città come bene condiviso. I cittadini saranno i protagonisti, i guardiani e i promotori della propria città e della sua vita se saranno consapevoli della propria appartenenza alla storia, alla cultura letteraria, filosofica, scientifica, visiva, musicale, a tutte le attività che informano il paesaggio urbano e l’immagine di Padova. Padova possiede un prezioso potenziale culturale inespresso, un tessuto organico in grado di esercitare un ruolo di motore di innovazione e sviluppo. Le iniziative culturali che attualmente 'passano' in città (mostre, concerti, rappresentazioni, festival) restano eventi isolati, estemporanei, spesso vetrina di interessi particolari. Il piano progettuale a lungo termine, all'interno del quale vanno invece reinseriti i tempi e i contenuti della cultura cittadina, implica una pianificazione funzionale dei suoi luoghi. Vivere la cultura come bene comune significa dunque ripensare strategicamente i luoghi, a partire dal rapporto Centro-Periferie: tutte le piazze, i locali e i luoghi pubblici devono essere considerati quali snodi di una fertile rete di iniziative che coinvolgano l'intero territorio comunale. Proposte: 1) Realizzare il censimento dei luoghi, delle opere, delle iniziative, delle attività e degli eventi culturali. 2) Promuovere la cultura come bene comune attraverso la qualificazione dei luoghi deputati ad essa e di quelli che hanno perso la loro funzione originaria: è indispensabile attribuire una funzione specifica, permanente e riconoscibile ai luoghi “culturali”. Tra le priorità più urgenti: definire le funzioni del Castello Carrarese, dell’Ex Macello di via Cornaro, del Centro culturale Altinate/ San Gaetano, dell'Ex Configliachi in via Guido Reni, dell'area del Piazzale Azzurri d'Italia, dell'Ex Foro Boario in Prato della Valle e dell'Ex Foro Boario di Corso Australia. 3) Parallelamente all’eventuale realizzazione del nuovo ospedale, è indispensabile definire le nuove destinazioni funzionali degli edifici e della vasta area dell'attuale Ospedale civile il cui valore storico e architettonico va restituito alla cittadinanza, grazie all'attuazione di una consistente parte dell'anello verde previsto dal piano urbanistico di Luigi Piccinato. 4) Promuovere la gestione degli edifici abbandonati da parte di associazioni che producono cultura, per non dissipare strutture altrimenti destinate al degrado, grazie a formule quali l’affitto calmierato, la concessione in cambio della manutenzione. 5) Istituire il distretto dei creativi: individuare aree dequalificate da destinare alla realizzazione di spazi di co-working in cui vengano messe in relazione le varie competenze del mondo del lavoro e dell’Università. L'area del Ex macello di via Cornaro e dei vicini Bastioni veneziani può essere predisposta a luogo di accoglienza (residenze, laboratori e spazi espositivi da destinare a operatori attivi nelle arti visive, musicali, teatrali, coreutiche). La prossimità agli istituti universitari ne farebbe motore di riqualificazione dell'intera zona Portello-Stanga. Benefici: Questa proposta, oltre che valorizzare il patrimonio esistente e riqualificare ampie zone destinate altrimenti al degrado, risponde alle richieste di spazi adeguati a favorire le attività delle associazioni, l’incontro e la socializzazione, anche di coloro che sono esclusi dall’attività produttiva: bambini, anziani, giovani, coinvolgendoli nella progettazione dell'ambiente urbano, (per esempio attraverso concorsi, rivolti agli alunni delle scuole e agli studenti universitari, che abbiano come oggetto l'assetto urbano e l'arredo dei luoghi pubblici). Il co-working mette in relazione diverse competenze e professionalità.
Padova è una città universitaria, non solo sede di un'università. La storia degli ultimi otto secoli di Padova ha visto crescere la città in simbiosi con l'Ateneo Patavino. L'università, in quanto centro di promozione culturale, ha anche svolto una funzione decisiva nella crescita economica della città. Padova è caratterizzata dalla presenza diffusa degli istituti universitari e di coloro che vi lavorano e studiano. L'Università e il Comune non sono state in grado, negli ultimi decenni, di crescere secondo linee progettuali organiche e condivise. Un disegno comune e una efficace interazione fra queste due soggetti permetterebbero invece di determinare l'indirizzo culturale e i conseguenti effetti occupazionali e di sviluppo economico. Proposte 1)Operazione “Universitt-up”: Comune di Padova e Università dovranno collaborare all’ideazione e alla realizzazione di progetti di ricerca che abbiano una ricaduta positiva sull’occupazione giovanile. Questo sarà possibile attraverso iniziative condivise, che permettano di valorizzare le competenze scientifiche, tecniche e d’innovazione dell’Ateneo, coniugandole con il patrimonio di professionalità, strutture, servizi, luoghi ed eventi della città. 2)Padova Città Universitaria: a) Università nella città: realizzazione di Campus (da intendersi come residenze attrezzate destinate agli studenti fuori-sede) con il recupero delle aree delle caserme Piave, Pierobon e Romagnoli (zona Chiesanuova). L'assegnazione delle residenze è intesa come attribuzione di borse di studio su graduatoria stabilita dall'Ateneo. Predisporre un'ospitalità qualificata favorisce l'accoglienza di studenti stranieri, riattivando una tradizione che fece dell’Università di Padova uno dei principali centri di cultura internazionale. b) Dalla città agli studenti: Creazione della Consulta degli Studenti su esempio della Consulta degli Stranieri. c) Gli studenti nella città: nuove aule studio e ampliamento orari di quelle già esistenti; potenziamento carta studente (es. trasporti, consumi culturali). d) La città per gli studenti: creazione di un ufficio comunale di orientamento degli studenti stranieri e fuori-sede, ricercatori e visiting professors, che interagisca con gli Uffici Relazioni Internazionali dell’Università. e) Festival della transizione: dall’Università alla città: Festival della cultura contemporanea, con svolgimento annuale: coinvolgimento della cittadinanza e valorizzazione della città di Padova come attrattore culturale nazionale e internazionale. Progettazione sul medio-lungo periodo, sotto un logo identificativo, di una rete di eventi per la diffusione e divulgazione di temi e problemi della contemporaneità, secondo una prospettiva interdisciplinare e plurale, presso la cittadinanza. 3) Università e Turismo Università per il turismo consapevole: laboratorio permanente di esplorazione e riappropriazione della città e del territorio tramite la collaborazione tra il Comune e i Dipartimenti dell’Università, perché il turismo diventi occasione di conoscenza per i turisti e per i cittadini, nonché di lavoro per i laureati nei vari settori implicati (archeologia e beni culturali, informatica, telecomunicazioni, storia, filosofia, ecc.) 4) Progettazione e realizzazione di percorsi espositivi delle opere conservate nei magazzini dei Musei Civici, alternativa al culto mistificante del “capolavoro assoluto”. Le iniziative devono essere affidate a studenti, dottorandi, docenti dell’Università di Padova. Destinare gli spazi espositivi del Centro culturale S. Gaetano-Altinate a mostre temporanee (un mese all'anno) e conferenze dedicate al patrimonio “inesposto”. Benefici: Riattivare un legame tra Università e città che da una parte offra opportunità, anche lavorative agli studenti, e dall’altra permetta una ricaduta più ampia del sapere accademico, oltre i luoghi istituzionali ad esso destinati.
Pur essendo diverse le iniziative, anche di pregio (es. Amici della Musica, Cinema 1 CUC, Teatro delle mura), che sono state legate a progetti di diffusione della cultura musicale, teatrale, cinematografica nella città, tuttavia si è sempre riscontrato uno scarso coordinamento dei diversi soggetti implicati in tale attività. Il Comune dovrebbe invece farsi carico di facilitare e coordinare queste iniziative, possibilmente ampliandone il respiro e il richiamo anche oltre i limiti strettamente locali. Proposte 1) Progettare (tramite la cooperazione tra Comune, Associazioni e Enti legati all'area musicale) e coordinare i festival e le rassegne musicali tematiche, attraverso l'individuazione di luoghi specifici che ad essi restino deputati. 2) Incentivare e diffondere attività di pregio (già presenti nella città di Padova). Promuovere iniziative che coinvolgano le scuole di musica e le scuole cittadine attraverso una più stretta relazione con il Conservatorio statale. 3) Coordinare e cercare di dislocare, in modo riconoscibile, altre attività musicali, non solo d'élite, attraverso la destinazione di luoghi specifici (sale adibite in ogni quartiere). 4) Inserire nell'addizione dei Giardini dell'Arena, nell'area Ex Boschetti, un palco-gazebo destinato a spettacoli musicali e teatrali all'aperto nei mesi estivi. Ciò permetterebbe, con un investimento economico limitato, di rendere fruibile in piena sicurezza nelle ore serali i giardini sul modello degli spettacoli all’aperto presso i Jardins de Luxembourg a Parigi. In questa sede potrebbero anche trovare adeguata collocazione i saggi finali delle scuole di musica cittadine e la produzione teatrale degli istituti scolastici. La sua progettazione potrebbe essere affidata per concorso agli alunni dei Licei artistici di Padova e provincia. 5) Promuovere e realizzare di una rassegna teatrale contemporanea di livello nazionale e/o internazionale che recuperi la positiva esperienza dei Teatri delle Mura e si svolga nella città con cadenza annuale. 6) Rilanciare la Padova Film Commission. a) Il rilancio della Padova Film Commission si pone come scopo principale la promozione della città di Padova e della sua Provincia come luogo di lavoro d'eccellenza per la produzione cinematografica e televisiva, attirando sul territorio produzioni, italiane ed estere, ed al tempo stesso sostenendo l'industria cinematografica e televisiva locale, mirando a creare nuove opportunità di lavoro per chi opera nel settore e mettendo in relazione realtà locali professionali che di fatto non dialogano tra loro. b) Un secondo obiettivo, affatto minore, mira al coinvolgimento, reale e fattivo, della realtà universitaria patavina, sostenendo e sviluppando l'enorme potenziale umano costituito dai docenti e dagli studenti delle facoltà legate (quando non direttamente dedicate) ai settori cinematografico, umanistico ed artistico. 7) Cinema invisibile in città Destinare le ex sale cinematografiche (Altino, Mignon, Concordi) tramite convenzioni con i proprietari privati alla proiezione di “cinema invisibile”, il cinema che è escluso dalle sale commerciali. Le sale devono essere dotate dal comune di attrezzature di proiezione digitale e affidate ad associazioni, sul modello del Cinema 1, e al Dipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell'arte, del Cinema e della Musica dell'Università di Padova. Benefici Promuovere la conoscenza diffusa del linguaggio cinematografico, con particolare riferimento alle scuole tramite accordi specifici.

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