A tale riguardo si veda anche la Proposta 1 al Capitolo Ambiente.

Per incentivare le ristrutturazioni degli edifici in chiave di risparmio energetico si intende usare la leva fiscale, se sarà possibile farlo per un Comune visto le riforme sul tema tuttora in corso a livello nazionale.

Proposte

In aggiunta alla creazione di una ESCO pubblico-privata ad azionariato diffuso come descritto nella Proposta 1 in Ambiente e compatibilmente con le riforme dell’IMU e della tassazione sugli immobili tuttora in corso a livello nazionale, si vuole:

- premiare mediante una fiscalità incentivante le ristrutturazioni in chiave energetica variando la tassazione sugli immobili anche in base alla qualità energetica dell’immobile stesso, favorendo così misure di ristrutturazione. Tale misura è conveniente sia per il Comune che per i cittadini, basti pensare che a fronte di una spesa attuale media per l’IMU prima casa di circa 400€, la spesa media per famiglia per le bollette luce-gas è di 1500€. Per le famiglie a basso reddito un supporto importante per contenere i costi di ristrutturazione viene dalla nuova ESCO, Energy Service Company, ad azionariato diffuso di cui si parla alla Proposta 1 del Capitolo Ambiente.

- sfavorire fiscalmente gli immobili chiusi e sfitti e favorire quelli utilizzati. La diversa tassazione incentiverebbe la messa a disposizione sul mercato degli affitti (aumento offerta = diminuzione costo degli affitti). In Italia ci sono circa 2,7 milioni di edifici chiusi a fronte di 2,2 milioni di persone che cercano un appartamento in affitto.

Benefici

- Migliorare il parco energetico degli immobili padovani.

- Creare lavoro e occupazione nel settore delle ristrutturazioni edilizie.

- Aiutare i cittadini che intendono investire in ristrutturazione energetica a farlo.

In edilizia/urbanistica i punti cardine del programma sono due: 1) ‘Stop al Consumo di Territorio’, revisione del PRG (Piano Regolatore Generale) e del PAT (Piano di Assetto del Territorio); 2) allo stesso tempo proteggere e dare nuove opportunità alle imprese edili colpite pesantemente dalla crisi salvaguardando e facendo crescere i posti di lavoro attraverso un Regolamento Edilizio comunale (si legga su questo la Proposta 1).

Nei siti web delle agenzie immobiliari a Padova risultano attualmente (aprile 2013) invendute oltre 10.000 abitazioni; nel complesso dei 18 Comuni della Comunità metropolitana le abitazioni invendute sono oltre 20.000. Eppure i Piani urbanistici continuano a prevedere nuove espansioni urbane. Alla volumetria residua di 2.607.892 mc del PRG vigente, il nuovo PAT del 2009 ha aggiunto ulteriori 2.084.232 mc, per un totale di 4.692.124 mc, che dovrebbero consentire l’insediamento di ulteriori 24.185 abitanti in un decennio: dato assolutamente irrealistico, se si considera che negli anni 2000 la popolazione di Padova è aumentata di soli 730 abitanti. La direzione da dare per la sostenibilità del settore edile è dunque un’altra, come descritto alla Proposta 1.

Proposte:

Revisione (ridimensionamento) degli strumenti urbanistici vigenti (PRG e PAT) in relazione alla sovrapproduzione edilizia degli anni 2000, alla presenza di una enorme quantità di alloggi e stabili non residenziali sfitti ed invenduti ed alla tendenza in atto ad una sostanziale stabilità demografica.

Perequazioni: In sostituzione degli attuali, andranno adottati sistemi di perequazione urbanistica “ad arcipelago” e crediti edilizi, al fine di evitare l’edificazione diffusa di tutto il territorio (un tempo destinato a verde pubblico), dando

vita a polmoni di verde urbano di adeguata dimensione piuttosto che ad una miriade di piccole aree verdi costose ingestibili da parte del Comune e poco fruibili per i cittadini.

Il limite di trasformabilità delle aree agricole SAU (Superficie Agricola Utile) previsto dalla Legge Urbanistica regionale deve riguardare l’insieme delle aree agricole ancora esistenti in ambito urbano (anche se con diversa destinazione di PRG) e non solo le aree di nuova espansione urbana consentite dal PAT.

PATI (Piano Assetto Territoriale Intercomunale): il Comune deve proporre con una Variante un ridimensionamento delle previsioni del PATI, in particolare per quanto riguarda le nuove infrastrutture viarie previste (GRAP, camionabile lungo il tracciato dell’Idrovia... - che non servono più) e gli ampliamenti previsti per gli insediamenti terziari, commerciali e produttivi. Il PATI della Comunità Metropolitana Padovana recentemente approvato, pur contenendo interessanti elementi analitici, non fornisce ancora strumenti adeguati per la gestione unitaria del territorio.

Rafforzare la gestione unitaria del territorio metropolitano e ricercare l’unificazione anche amministrativa dei 18 Comuni appartenenti alla Comunità Metropolitana Padovana o l’integrazione degli stessi nell’Area Metropolitana Padova-Treviso-Venezia.

Realizzare una cintura verde (‘green belt’) ad anello intorno alla città adiacente le tangenziali e collegata alle aree verdi cittadine con continuità per avere un effetto di abbattimento PM10 e CO2, e un miglioramento paesaggistico per mascheramento visivo. La biomassa prodotta può essere sfruttata economicamente con cicli rotativi alternati per la produzione di energia in strutture pubbliche locali

Obiettivo di fondo della prossima e più moderna pianificazione urbanistica e territoriale è quello di ridurre l’impronta ecologica generata dalle strutture urbane e dai suoi abitanti, passando gradualmente ma con decisione da un sistema urbano inefficiente e sempre più costoso caratterizzato da elevati consumi di materie prime ed energia e elevata produzione di rifiuti ed inquinanti ad uno di tipo circolare che chiudendo i cicli produce meno sprechi, meno rifiuti e meno degrado del territorio.

Benefici:

Si ferma la tendenza alla cementificazione che ha portato notevoli rischi idrogeologici (alluvioni), si inizia ad invertire la tendenza.

Migliora la qualità dell’aria e il benessere dei cittadini.

Si evita spreco di territorio, ormai scarso in attività ormai improduttive come le nuove costruzioni, favorendo il re-insediamento di nuova economia e posti di lavoro legati all’agricoltura di prossimità.

Si aumenta l’attrattività turistica legata alle ‘vie verdi’, e si rende maggiormente fruibile il territorio ai cittadini.

Padova ed i comuni della cintura metropolitana si caratterizzano per la presenza di una grande quantità di beni immobiliari e di terreni abbandonati, vuoti o sottoutilizzati, così come -per altro verso- di aree urbane che presentano forti sintomi di degrado ed una obsolescenza delle attività e delle funzioni che li hanno caratterizzati negli scorsi decenni. Questa situazione non è fonte di benessere per i cittadini, non consente di utilizzare al meglio gli spazi, incide sulla sicurezza ed è fonte di spesa per le casse comunali.

Proposte:

Il punto di partenza è il Censimento, oggi non disponibile, e la mappatura di tutti i beni pubblici e privati (abitazioni, caserme, stabili commerciali, capannoni industriali, terreni,...) non utilizzati o sottoutilizzati.

Il Censimento è il presupposto per un Piano complessivo di ‘restituzione alla città’ di questi immobili o queste aree che deve prevedere un ampio coinvolgimento della città. Anche pensando per alcune aree a modalità di gestione di questi spazi in ‘uso civico’ come Beni Comuni della città ad esempio con ‘Contratti di Quartiere’, o all’affidamento a soggetti intenzionati in partnership con il Comune a recuperare questi spazi con progetti sostenibili nel tempo e il più possibile con ricadute sociali positive per tutta la comunità. Ci si riferisce, in particolare, a progetti di coworking, che abbassano i costi di fare impresa (dare prospettiva gli spazi vuoti con incubatori di ricerca e culturali), e di cohousing (a supporto del welfare). Oppure immaginando nuove strutture adatte per ripopolare la città con negozi di prossimità.

Particolare attenzione deve essere data alle proposte di imprenditoria giovanile volte a recuperare ad attività agricole di tipo biologico i terreni oggi di fatto abbandonati, consentendo la nascita di nuove attività economiche di tipo agricolo anche in città nell’ottica della filiera corta e a km zero e all’apertura di nuovi negozi di prossimità (su questo si veda anche la Proposta sul Marchio ‘Made in Padova’).

Un’area particolare della città in molte parti degradata sono le Mura. A tal proposito si veda il Capitolo sul Turismo e la proposta di rendere il Parco delle Mura assieme a Prato della Valle Patrimonio dell’UNESCO. In quest’ottica un intervento di restauro e valorizzazione complessivo può trovare maggior facilità nel reperimento dei fondi necessari. Il degrado delle mura di Padova infatti è progressivo e apparentemente inarrestabile. Le mura di Padova sono prima di tutto, oggi, un monumento di fatto invisibile. E un monumento non visibile è un monumento che non esiste, nella testa delle persone e nelle priorità di spesa pubbliche. Per questo una iniziativa in sede UNESCO può essere decisiva per invertire questa tendenza.

Benefici:

Eliminazione di degrado urbano e dei rischi sanitari e di sicurezza ad esso legati.

Aumento degli spazi e dei servizi a disposizione dei cittadini, in particolare per le nuove attività emergenti sia sociali che economiche.

Creazione di nuovi posti di lavoro.

Impatto positivo sul turismo e l’immagine complessiva della città.

Esempi:

Contratti di Quartiere: http://www.architettiroma.it/quaderni/fondi/shortmsg.asp?id=48

Una priorità strategica è l’istituzione del Parco Agro-paesaggistico metropolitano che in città vede il suo cuore nel Parco del Basso Isonzo ma vuole andare anche oltre.

Proposte

Partendo dal Parco del Basso Isonzo, uno strumento essenziale per la valorizzazione delle attività agricole e la formazione di nuovi paesaggi è l’istituzione di un Parco Agro-paesaggistico metropolitano esteso a tutti e 18 i Comuni della Comunità Metropolitana Padovana, connesso ai parchi dei Colli Euganei, del Medio Brenta e del Graticolato Romano, ed in grado di penetrare senza soluzioni di continuità allʼinterno dei quartieri urbani (Parco delle Mura, sistema del verde e degli orti urbani). Il Parco non viene inteso come un vincolo ma come un’area strategica per lo sviluppo complessivo, anche di nuova economia, della città, con le seguenti funzioni:

- una agricoltura di qualità a km 0,

- marchio d’area per i prodotti,

- recupero degli elementi del paesaggio,

- recupero della funzionalità di volano idraulico del territorio contro il dissesto idrogeologico,

- turismo slow (agriturismo, enogastronomia, cicloturismo, turismo lento).

Nel Parco verranno dislocati:

- centro cittadino di educazione agli Stili di Vita con annesso laboratorio pratico,

- laboratorio di autoproduzione dove si tengono corsi sulle tecniche di autoproduzione,

- mercato a km 0 permanente a disposizione delle aziende a km 0 di Padova e provincia,

- laboratorio e centro esposizioni di buone pratiche per chi coltiva gli orti sociali o i cittadini che coltivano il proprio terrazzo o il proprio piccolo giardino,

- centro smistamento e deposito prodotti per i Gruppi di Acquisto Solidale cittadini (ad esempio i GAS cittadini possono utilizzare una struttura apposita del Parco come deposito dei prodotti che arrivano da più lontano, ad esempio olio dalla Puglia e arance da Calabria e Sicilia),

- aree attrezzate per le attività dei gruppi scout e giovanili cittadini,

- area didattica per le scuole padovane.

Il Parco diventa così il polo cittadino di riferimento, ritrovo e di scambio per tutti i cittadini che intendono avvicinarsi ai temi dell’agricoltura biologica, della produzione alimentare sostenibile, degli stili di vita e dell’autoproduzione.

In ultimo, la tutela dei beni storici e culturali presenti nel territorio rurale e la valorizzazione dei valori paesaggistici dentro il nuovo modello di sviluppo hanno una valenza anche economica.

Benefici

- Si crea un sistema verde importante dal punto di vista idrogeologico e di aumento della qualità dell’aria.

- Si crea un centro in piena città dove è possibile svolgere attività legate alla natura e al verde senza doversi muovere dalla città.

- Il Parco diventa un centro di nuove relazioni tra i cittadini e di educazione ai nuovi stili di vita.

- Si generano posti di lavoro nella produzione agricola, nella formazione, nel turismo, nella conservazione del verde, nel commercio a km 0 e mediante gruppi di acquisto.

- Si fa un passo verso la sicurezza e sovranità alimentare delle comunità.

Spesso i conflitti urbani sorgono quando ormai si è giunti alla fase esecutiva delle opere programmate, con scarse possibilità di modifica. Occorre quindi che la partecipazione dei cittadini sia resa possibile ed incentivata nella precedente fase delle scelte urbanistiche e programmatorie.

La discussione sulla polis invece è molto spesso una discussione sulle scelte urbanistiche e sulla funzione dei diversi spazi della città.

Proposte:

Istituzione di un Urban Center, nel quale siano esposti tutti i piani ed i progetti di trasformazione urbana sia pubblici che privati, finalizzato a rendere trasparenti le decisioni della Pubblica Amministrazione ed a favorire la consultazione e la partecipazione dei cittadini in anticipo rispetto alla fase esecutiva.

Costituzione di un Forum permanente per lo sviluppo urbano sostenibile.

Istituzione, in collaborazione con gli altri Comuni dellʼarea metropolitana e con la Provincia, dellʼOsservatorio Locale per il Paesaggio (aderente alla rete regionale promossa dalla Regione Veneto).

Benefici:

Favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche e diminuire i conflitti agendo preventivamente sul consenso e sulla comunicazione in maniera trasparente.

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