2015 10 05DallaBarbaMagnetofonoConsComunale
Consiglio Comunale del 5 ottobre 2015, fra i punti all'ordine del giorno, il n. 81: mozione per vietare l’introduzione e la promozione nelle scuole della “Teoria del gender”. Presentata dal Consigliere Pellizzari Bellorini Vanda (lista Bitonci Sindaco). La votazione si è conclusa come segue: votanti 20, 18 favorevoli, 2 contrari, 4 non votanti. Approvata.
I due unici voti contrari sono stati quelli dei nostri consiglieri. Ecco la trascrizione integrale dei loro interventi. a questo link la seduta completa

Consigliera Beatrice Dalla Barba (Padova 2020)

Grazie, Presidente. Io concordo con quanto ha detto la Consigliera Colonnello, cioè vorrei sottolineare ed enfatizzare il fatto che non esiste una teoria di gender, è come dire facciamo la mozione sugli UFO.

Allora volevo fare un po’ di ordine e anche un passo indietro, anche solo per capire come e quando è stato per la prima volta utilizzato il termine “gender”, visto che “gender” altro non è che un vocabolo inglese utilizzato quando si parla di identità e di orientamento sessuale. Ebbene, dopo che per secoli ci si è riferiti alle differenze esistenti tra gli uomini e le donne solo attraverso il termine “sesso”, negli anni cinquanta, prima negli Stati Uniti con il lavori di John Money nel 1955, quindi... e poi in Europa, a partire dagli studi di Lévi-Strauss e di Michel Foucault, si è cominciato a capire che sarebbe stato meglio distinguere il sesso dal genere, anche semplicemente perché il sesso rinvia direttamente alle caratteristiche genetico biologiche, mentre il genere designa il complesso di regole, implicite o esplicite, sottese ai rapporti tra uomini e donne.

Chi non ricorda la famosa frase di Simone de Beauvoir, quando nel suo libro “Il secondo sesso”, che è del ’49... dello scorso secolo, spiegava che non si nasce donna ma lo si diventa? Frase ormai celebre, ma il cui significato forse non è più oggi così chiaro.

Visto che l’intellettuale francese non aveva alcuna intenzione di dire alle donne che potessero o meno scegliere di essere donne, lo scopo di Simone de Beauvoir era solo quello di spiegare alle donne che avevano il diritto di ripensare il proprio ruolo all’interno della società, uscendo da quegli stereotipi che per secoli le avevano rese prigioniere della subordinazione all’uomo. Ripensare i ruoli di genere, quindi, non per cancellare le differenze, ma per promuovere l’uguaglianza. Idee semplici, di buonsenso, al fine di uscire dall’impasse del naturalismo ontologico in base al quale le donne dovevano, per natura, essere fatte in qualche modo e gli uomini in un altro.

 

La questione del gender è molto complessa: in essa vengono ricondotte varie teorie frutto dell’elaborazione di diverse correnti di pensiero. Non è dunque corretto esprimersi su di essa...

In questo ultimo periodo magistero e teologia si sono impegnati, e non poco, ad approfondire questi aspetti. Ne è nata una letteratura di spessore che merita molta attenzione.

Io potrei citare il testo del teologo morale Aristide Fumagalli, che ha scritto “La questione gender, una sfida antropologica”, che è uscito da poco, oppure tante altre cose, “Educare alle differenze di genere nella scuola italiana” e così via.

Guardando all’oggi pensiamo che a settembre, in collaborazione con il Messaggero di sant’Antonio, è stato proposto un convegno dal titolo “Carne ed ossa”, quindi tra corpo e spirito, teso a approfondire i fondamenti filosofici e antropologici della corporeità. Il 12 ottobre c’è una giornata specifica del teologo Giampaolo Dianin su “La questione del gender ci interpella”.

Questo per dire che per affrontare correttamente queste tematiche, superando posizioni preconcette e barricate ideologiche, perché parlare di questo è ideologico, è indispensabile innanzitutto un’educazione delle coscienze e un’apertura dell’intelligenza alla comprensione della realtà attraverso una corretta informazione e formazione culturale. Quello che ho letto fino a adesso è stato scritto dal Direttore della Diocesi padovana. (Direttore Ufficio diocesano di pastorale dell’educazione e della scuola, Don Lorenzo Celi ndr)

Vorrei chiudere con una frase che a me piace moltissimo e che vorrei che apprezzaste anche voi, che dice: “La cultura moderna contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione della differenza tra uomo e donna. Certo, ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. La cosiddetta - cosiddetta - teoria del gender potrebbe essere espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì - dice - Papa Francesco - rischiamo di fare un passo indietro, la rimozione della differenza è il problema, non la soluzione”. Grazie.

Consigliere Francesco Fiore.

Io credo che qui finora si è saltato completamente l’oggetto della discussione. Qui non stiamo parlando di come la pensiamo sulle famiglie o su tanti argomenti. Qui stiamo parlando di diritti umani.

Io voglio partire, nel mio intervento, citando quello che dice il Ministero, perché è questo da cui dobbiamo partire, perché la maggior parte di quello di cui si parla, con argomenti molto spesso da bar, sulla fantomatica teoria gender sono dei sentito dire che non si basano su fatti.

Allora ricordo che il MIUR dice, su queste tematiche, che la sua politica è quella di promuovere attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza, di discriminazione, anche con riferimento specifico al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza a trattati internazionali e a convenzioni, in particolare quella di Istanbul, che è stata ratificata due anni fa dal Parlamento della Repubblica.

Qui abbiamo un problema, che siamo fuori da qualsiasi consesso internazionale per quanto riguarda i diritti umani. Ma vengo anche molto più vicino, perché qui non si parla in generale di violenza, si parla di contrasto al bullismo e al cyber-bullismo, incluso il caso dell’omofobia. Questo è quello che si intende fare.

Dopodiché, diciamoci la verità, noi potremmo parlare, e intendo parlarne seriamente di questa mozione, però il suo carattere propagandistico e demagogico viene svelato da due fatti. Il primo: che l’oggetto, quello su cui tutti quanti andranno a prendere l’applauso da parte della maggioranza, dice “mozione per vietare l’introduzione e la promozione nelle scuole”; dopodiché ci andiamo a leggere la mozione e negli impegni e nei riconoscimenti non c’è nessun divieto, perché tecnicamente il Sindaco e la Giunta non può vietare alcunché.

Quindi questa è, chiaramente, una mozione di tipo propagandistico. Io lo dico anche perché in Commissione Capigruppo per ben due volte io ho chiesto, per evitare di fare carne di porco di quello che avviene sulla testa dei nostri bambini, di parlarne in Commissione, perché in Commissione se ne poteva parlare, ci si poteva confrontare da persone che hanno punti di vista diversi, senza parlarne in pubblico in maniera demagogica e propagandistica. Per ben due volte la maggioranza, e mi riferisco ai Capigruppo della maggioranza, hanno votato no, non hanno voluto nemmeno lasciare la possibilità di confrontarsi in Commissione su queste tematiche. Vuol dire che questa mozione e questa tematica viene portata nel Consiglio comunale solamente per motivi propagandistici e strumentali. Lo dico perché, soprattutto da parte del Sindaco, io vedo una totale, un totale disinteresse nei confronti della discriminazione dei nostri figli.

Io non voglio che mio figlio né subisca atti di cyber-bullismo, né voglio che mio figlio diventi un bullo, e questo non è un problema privato di ogni singola famiglia: il bullismo, la violenza, è un problema sociale, è un problema della comunità ed è la comunità che deve educare i nostri figli contro questo problema.

Signor Sindaco, io ho dovuto spiegare a mio figlio, che ha un papà veneto e una mamma calabrese, che cosa vuol dire “terrone” perché ha visto, da quando il suo papà fa politica mio figlio è abituato a leggersi le locandine delle edicole, e qualche settimana fa, anzi, qualche mese fa in una locandina ha visto lei che dava del “terrone” a un mio collega Consigliere comunale. Io ho dovuto spiegare a mio figlio che cosa vuol dire, mio figlio di nove anni, che deve sentire questa cosa dal suo Sindaco, e qui lei mi viene a fare lezione di discriminazione? E lei mi viene a fare lezione di discriminazione?

Noi siamo fuori con questa mozione, che è un misto mare che non voglio nemmeno leggere perché porta dentro tutto, di cose che dicono tutto e il contrario di tutto, quando qui stiamo violando i diritti umani. Li stiamo violando anche perché vorrei sottolineare che, mentre non avete nemmeno il coraggio tra l’altro di fare la figuraccia che ha fatto il suo collega Brugnaro a Venezia, che ha messo all’indice dei libri, tranne poi doverne togliere qualcuno perché tra l’altro era anche indifendibile quella messa all’indice, voi non solo non mettete all’indice i libri, ma voi qui scrivete testualmente che volete impegnarvi “a fornire ai genitori ogni formazione necessaria a identificare Enti e persone coinvolte nell’organizzazione”.

Io mi domando, ma qui vogliamo arrivare alla delazione? Vogliamo arrivare al fatto di indicare le persone che magari in buona fede vogliono contribuire all’implementazione di politiche del Ministero, ripeto, contro il cyber-bullismo, contro l’omofobia e contro la violenza sessuale? Questo è quello che il nostro Paese si è impegnato a firmare nei trattati internazionali e non può essere una mozione di un Consiglio comunale a porci fuori da un consesso di questo tipo.

Dopodiché si prenda i suoi applausi, questa è un’ennesima macchia, è un’onta per la nostra città, come tante che hanno visto Padova, che va sulle cronache nazionali solamente per motivi vergognosi; io sto ancora aspettando una volta che Padova vada sui giornali e alle cronache dei media nazionali per qualcosa di cui vantarsi.

Io oggi, signor Sindaco e signori Consiglieri, se voi non ritirate questa mozione per parlarne in maniera serena in Commissione, mi vergogno, mi vergogno profondamente di essere padovano.

Consigliera Beatrice Dalla Barba

Grazie, Presidente. Io non sono soddisfatta delle modifiche completamente e io e il mio Gruppo voteremo, daremo un voto contrario.

Io credo che sia estremamente importante quello che è stato detto, cioè non esiste la teoria del gender. Dobbiamo imparare a capire di che cosa stiamo parlando. Io sono... ho una certa età e ricordo i tempi quando si discuteva quella che poi è diventata la 180, e una cosa ho imparato quando lavoravamo... io sono nata con “Dalla parte delle bambine”, voglio dire, che è un libro che ci ha formato.

Ecco, io una cosa volevo che voi tutti pensaste, o che ci provaste: che il problema non è quello della differenza, la differenza esiste, la diversità esiste. Quello che è grave e inaccettabile è trasformare la diversità in disuguaglianza.

Questo è il motivo per cui voterò contro.

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