La foto del Sindaco Massimo Bitonci che, accompagnato dall’assessore Fabrizio Boron, si reca sotto casa di alcuni immigrati ospitati secondo le vigenti leggi in un appartamento gestito dalla cooperativa “Percorso Vita” di don Luca Favarin, ci mette estremamente a disagio come cittadini, e ci da il voltastomaco come persone.

Compito del Sindaco è amministrare il comune, gestire e risolvere i problemi dei cittadini, un compito lontanissimo e antitetico da quanto sta facendo: agita tempeste in un bicchier d’acqua per suscitare allarmismi, accreditando l’equazione razzista “immigrato = delinquente”;  ingigantisce i problemi che ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno in qualsiasi luogo e tempo anziché risolverli o agevolare chi tenta di risolverli; addita letteralmente al pubblico disprezzo il nemico così creato. 

E tutto questo non nell’interesse dei cittadini ma a fini sfacciatamente elettorali e di propaganda di una parte politica che sugli slogan intolleranti e violenti ha costruito il suo consenso. Una parte politica che poi si è rivelata a tutti gli effetti, una volta giunta alla stanza dei bottoni, dove veramente poteva incidere sulle scelte che contano, inconcludente e “ladrona” come se non più di altri. 

La realtà è che siamo di fronte a fenomeni epocali i cui effetti purtroppo sono appena agli inizi, e di fronte ai quali siamo ancora impreparati,  fra l’incudine di un’Europa ancora sorda e immobile, e il martello di continui sbarchi e richieste d’aiuto che nessun proclama, nessuna legge, nessun divieto, nessun indice puntato, potranno arrestare.

Di quell’indice puntato ci resterà solo la vergogna.

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