
Un’incredibile collezione di scivoloni contraddistingue l’ultimo mese della giunta di Padova a guida leghista. I più vistosi e recenti sono (dopo la bocciatura del “Piano sicurezza” da parte di chi avrebbe dovuto metterlo in atto, ovvero la Polizia municipale, vedi "Salviamo Padova" ) innanzitutto la stroncatura senza appello degli esercenti aderenti all’Appe del nuovo regolamento per le aperture serali dei bar.
«Bitonci ha tradito le promesse elettorali e non ha mantenuto la parola presa durante i nostri incontri», dichiara Filippo Segato, presidente dell’associazione APPE che riunisce gli operatori del settore, in un’intervista al Mattino di Padova del 20 febbraio. E aggiunge: «Siamo pronti alle vie legali e alle barricate per protestare contro la mannaia dei divieti e l’assenza dei “premi” millantati.”
«È chiaro che il sindaco non conosce le esigenze degli esercenti della città che amministra», rincara Filippo Bernardin della segreteria APPE. «Non si può chiedere, ad esempio alla pizzeria di Isola di Torre, di avere un vigilante dopo le 21. Né il sindaco dimostra di conoscere le leggi perché gli orari sono liberi, non li può decidere per tutta la città». Ora gli esercenti parlano addirittura di «voltafaccia» e minacciano proteste eclatanti se palazzo Moroni non farà retromarcia.
Ma un’altra sonora “sberla” viene nientemeno che dal Tar del Veneto, il quale la settimana scorsa ha cassato la Delibera di Giunta n. 485/2014, che istituiva i nuovi organismi “pilotabili” di partecipazione territoriale che avrebbero dovuto sostituire i Consigli di Quartiere. Il Mattino di Padova del 20 febbraio titolava infatti: “Regolamento dei quartieri: arriva lo stop dei giudici; dopo Ebola e sale pubbliche, un’altra sospensione da parte del Tar Veneto”.
Quale sarà la prossima buccia di banana?