Domani giovedì 18 alle ore 15 sit-in contro la fusione Aps Busitalia davanti Palazzo Moroni.
La cosiddetta 'fusione APS-Busitalia' è un errore e un danno per i cittadini padovani.
Come al solito si cerca di far passare il concetto che chi si oppone all'operazione è ideologico, mentre chi vuole la fusione è riformista e vuole cambiare le cose. Ricordo che Padova2020, basta leggere il suo programma, è invece un movimento civico che si fonda solo sulle 'buone pratiche' da portare a Padova. Pratiche: che sono il contrario delle ideologie seguite per decenni magari proprio da chi oggi ci accusa.
Come al solito si cerca di far passare il concetto che chi si oppone all'operazione è ideologico, mentre chi vuole la fusione è riformista e vuole cambiare le cose. Ricordo che Padova2020, basta leggere il suo programma, è invece un movimento civico che si fonda solo sulle 'buone pratiche' da portare a Padova. Pratiche: che sono il contrario delle ideologie seguite per decenni magari proprio da chi oggi ci accusa.
Lo scrivo ancora una volta: Padova2020 non è contraria ad una unica azienda di trasporto provinciale, ma è contraria al fatto che questa la si faccia, tramite Busitalia, con FS-Ferrovie dello Stato, e che il controllo della nuova società non sia di APS, cioè dei cittadini padovani. Se Padova2020 fosse stata al governo avrebbe perseguito l'obiettivo di una unica società regionale, per integrare le diverse società venete di trasporto pubblico cittadine, società quindi ben radicata sul territorio e che non rispondesse a 'logiche romane', molto 'politiche' e spesso opache tipiche della galassia FS.
Con la dismissione dei 'gioielli di famiglia' (prima Acegas-APS, ora APS) la politica ha, nella nostra città e sia a destra che a sinistra, abdicato al suo dovere di dare una scossa, con l'innovazione, all'economia cittadina (e queste partecipate avrebbero potuto avere un ruolo strategico; in tutta Europa è attorno alla mobilità e ai servizi pubblici come rifiuti, acqua, energia che sta nascendo l'economia delle Smart Cities, a Padova senza queste leve sarà molto difficile, se non impossibile).
Con la dismissione dei 'gioielli di famiglia' (prima Acegas-APS, ora APS) la politica ha, nella nostra città e sia a destra che a sinistra, abdicato al suo dovere di dare una scossa, con l'innovazione, all'economia cittadina (e queste partecipate avrebbero potuto avere un ruolo strategico; in tutta Europa è attorno alla mobilità e ai servizi pubblici come rifiuti, acqua, energia che sta nascendo l'economia delle Smart Cities, a Padova senza queste leve sarà molto difficile, se non impossibile).
Questi sono i fatti:
1) L'aumento dei biglietti entro un anno è già chiaramente scritto negli accordi, nonostante l'assessore Grigoletto neghi: scommetto pubblicamente una cena con l'assessore che, non appena arriverà il biglietto unico, il biglietto bus/tram a Padova città costerà almeno 1,50€ invece di 1,30€. C'è GIA' scritto nelle carte, perché il Piano Industriale della nuova società si basa sull'assunto che la Regione (che non si è mai presa impegni su questo) pagherà il contributo anche per i chilometri che verranno tagliati (circa 1,8 milioni di km). E c'è scritto che se questo non avverrà (e non avverrà, scommettiamo Assessore Grigoletto? Credo che non sarebbe nemmeno legalmente possibile) il mancato introito verrà compensato intervenendo sulle tariffe (quindi sull'aumento dei biglietti). Domanda: ma allora se comunque i biglietti devono aumentare, perché in aggiunta a questo la città deve anche perdere il controllo su APS? Quindi la fusione non serve per evitare aumenti tariffari.
2) La nuova società finirà nell'orbita (tecnicamente nel 'bilancio consolidato') del gruppo FS-Ferrovie dello Stato. Una società che non brilla, tutt'altro, per innovazione nell'ambito del trasporto locale (basta vedere la condizione dei pendolari in Veneto). Una società in cui la politica influisce molto e in maniera poco trasparente sulle nomine. Quindi la fusione non serve per eliminare la politica dal trasporto pubblico, si elimina solo il controllo democratico dei cittadini (cosa ben diversa), così la politica potrà agire sulle nomine da Roma, ancora più indisturbata di oggi e senza nemmeno dover rendere conto ai padovani al momento del voto.
3) Il valore di 45% per APS e di 55% per Busitalia non è dimostrato e certificato, non sappiamo oggi se è congruo. Mancano ancora le perizie, nell'accordo c'è scritto ""valutazione dell'esperto indipendente in corso di stesura". Domani in consiglio si voterà per approvare queste quote al buio, senza conoscere le perizie sul valore delle due società. Quindi stiamo togliendo un bene ai padovani, per metterlo sotto il controllo di FS, senza sapere se lo stiamo almeno cedendo per il giusto valore.
4) Ancora più clamoroso, l'accordo prevede che se anche le perizie, quando saranno fatte, dovessero portare a un valore diverso dal 45%-55% (supponiamo 51%-49%), le quote rimarranno lo stesso 45%-55%. E' così alla leggere che si gestiscono i patrimoni dei padovani? Cito testualmente ""Le parti si danno atto che la ripartizione % riportata potrà non coincidere con le risultanze che emergeranno dalle valutazioni degli esperti" e pur con questo rimarrà il 45%-55% e realitiva governance come vincolo.
5) Come ha dimostrato un recente dossier di Legambiente Padova, il 'buco' di bilancio di APS così sbandierato in realtà è solo una partita di giro. Perché da qualche anno le entrate sui parcheggi sono state scorporate, e perché alcuni costi di APS sono in realtà canoni che APS paga al Comune stesso. Se tutti i costi e tutte le entrate del sistema padovano di mobilità (bus, tram, parcheggi, car-sharing etc..) fossero sommati, al netto dei canoni pagati al Comune, il bilancio sarebbe in utile. E il fattore di carico passeggeri di APS è uno dei più alti d'Italia (mentre quello di Busitalia non è sufficiente). Quindi perché perdere il controllo di una società sana?
6) La 'fusione made in Bitonci' prevede 1 Milione di € in meno ogni anno di entrate per il Comune di Padova rispetto alla 'fusione made in Rossi' (primi 3 anni: con Bitonci 1.660 M€, con Rossi 2.980 M€; dopo i tre anni: con Bitonci 2.410 M€, con Rossi 3.510 M€). Perché questo ulteriore danno economico alla città? Queste cifre non vengono compensate dal fatto che Bitonci abbia ottenuto il 45%-55% (prima con Rossi le quote erano 44%-56%), perché a livello di membri del CdA non cambia niente e quindi la governance e il controllo sulla nuova società rimane inalterata.
7) La gara per l'ambito di Padova+provincia si farà non prima del 2017, e APS Holding essendo una società 'in-house' (cioè a pieno controllo del Comune) non ha un obbligo di legge di andare in gara. Quindi è falso che la fusione è obbligatoria perché lo richiede la legislazione nazionale.
8) I consiglieri comunali non hanno ricevuto il Piano Industriale completo, perché? L'assessore Grigoletto sui giornali cita dati di tagli chilometrici presenti nel piano industriale ma a noi consiglieri nel piano industriale questi dati non ci sono. Temo che al momento i consiglieri comunali non abbiano ricevuto tutta la documentazione.
9) Il rischio che nel 2015-2016 si proceda ad una privatizzazione è elevato, dal momento che il governo Renzi pare intenzionato a vendere alcune quote del gruppo FS. Cedendo APS poi non potremo più tornare indietro perché i padovani ne perderanno il controllo.
10) Il Sindaco Bitonci ha criticato la gestione 'dissennata' di APS da parte di Zanonato-Rossi. Ammettiamo che sia vero, ma allora perché arrivato lui non dimostra di essere più bravo e non risana l'azienda invece di dismetterla di fatto continuando le scelte del centrosinistra. Perché a marzo scorso il centrodestra era contrario alla fusione e ora la fa, praticamente identica? E' questa la politica nuova che i padovani volevano?
I punti qui sopra elencati dimostrano che questa operazione di aggregazione non è necessaria, non è urgente, non porterà benefici ai padovani.
Soprattutto la scelta che verrà fatta sarà irreversibile, non si potrà tornare indietro. Una volta perso il controllo sul nostro trasporto pubblico cittadino i padovani lo avranno perso per sempre.
Soprattutto la scelta che verrà fatta sarà irreversibile, non si potrà tornare indietro. Una volta perso il controllo sul nostro trasporto pubblico cittadino i padovani lo avranno perso per sempre.
Francesco Fiore - capogruppo Padova 2020