Ivo Rossi promette 5000 posti di lavoro in 5 anni ma non fa riferimento ai quasi 1000 persi nell'ultimo anno mentre lui era Sindaco. Per creare occupazione in un momento di grande trasformazione come questo, dopo oltre 6 anni di crisi che ancora attanaglia le famiglie, ci vuole ben altro che le idee tardive proposte da Ivo Rossi.
Secondo una recente ricerca condotta dalla Comunità Europea, nei prossimi 10 anni il 70% degli occupati cambierà lavoro e i bacini occupazionali più promettenti saranno:
- Energie rinnovabili
- Bio architettura e ristrutturazioni eco-compatibili
- Agricoltura Biologica
- Turismo responsabile
- In generale settori di innovazione
- Attività sociali, in particolare imprese sociali
- Microcredito
Esattamente quelli su cui fanno perno le proposte contenute nel programma partecipato di Padova2020, che da un anno ha lavorato su questi obiettivi, quelli di portare a Padova le filiere di nuova economia ad esempio riciclo/recupero dei rifiuti, riqualificazione urbana, risparmio energetico, e un vero comparto dei creativi.
L'economia di territorio si incentiva con una moneta complementare e riportando almeno sotto al 60% le merci che arrivano da fuori, oggi siamo sopra l'85%! Questo si può ottenere, creando un marchio 'Made in Padova' che ricrei economia di territorio.
Il futuro delle città si giocherà sulla capacità di ottenere i fondi europei, Padova non brilla in questo, nel 2012 il Comune ha incassato solo 1.200.000 euro (dati bilancio 2013), si può fare 10 volte tanto investendo in un ufficio ad hoc con persone veramente competenti e con la fame di risultati
E’ necessario incominciare immediatamente questa transizione, intercettando i finanziamenti europei destinati a questo scopo (200 milioni di Euro per l’Italia).
Padova potrebbe diventare la città laboratorio se saprà anticipare e mettere a frutto queste opportunità.
Più nel dettaglio, alcune nostre proposte:
1. Il Comune dovrà farsi promotore e parte attiva, creando una Unità di Progetto per sostenere le imprese in difficoltà che intendono rilanciarsi o aprire nuovi business nei settori del futuro.
2. Avviare a Padova il distretto “Economia del Bene Comune” che rappresenta una leva e uno strumento per il cambiamento in ambito economico, politico e sociale: un ponte dal sistema vecchio a un sistema nuovo.
3. Creazione e promozione di un marchio ‘Made in Padova’ e di filiere di produzione-commercio-consumo a km zero allo scopo di generare nuova occupazione e nuova impresa soprattutto nel settore manifatturiero, rivitalizzando la Zona Industriale. La moneta complementare servirà ad alimentare un circuito virtuoso di cui beneficeranno produttori, commercianti e consumatori.
4. Il Comune di Padova promuoverà la nascita di un ‘Fondo di Investimento per Padova’ ad azionariato popolare consentendo ai soldi e ai patrimoni dei padovani di essere investiti in loco per lo sviluppo della loro città. Questo può essere un volano fortissimo per un cambio di marcia, per un nuovo, sostenibile sviluppo locale.
5. Creeremo così le condizioni per il rientro dei tanti giovani padovani emigrati all’estero in questi anni (20.000 negli ultimi tre), e apriremo uno sportello in cui fare incontrare domanda e offerta di lavoro.
6. Adottare pratiche ed iniziative per valorizzare i Centri Commerciali Naturali, rivitalizzando centro e periferie, applicando tecniche di marketing adeguate che stimolino il commercio diffuso che è un presidio fondamentale per evitare il degrado urbano.
7. Il turismo è un fondamentale volano per rilanciare l’economia: le bellezze di Padova (Mura, Castello Carraresi, Prato della valle, Orto Botanico ecc.) vanno promosse e valorizzate, ad esempio istituendo una Pro Loco 2.0
8. Far nascere la filiera del turismo fluviale, che colleghi Padova a Venezia e ne sfrutti quindi i flussi turistici, con grandi vantaggi occupazionali.