Secondo il rapporto 2013 «Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi », elaborato da Fondazione Symbola, in Veneto il PIL ‘culturale’ incide sul totale per il 7,1% considerando l’occupazione e le attività nei quattro macro settori dell’economia culturale: industria creativa, patrimonio storico-artistico, patrimonio architettonico, ‘performing art’ e arti visive.

Se si vuole fermare l’emorragia di giovani che se ne vanno e creare nuova occupazione di qualità si deve fare della cultura, del bello e della qualità il segno distintivo di Padova. Questo significa allargare il respiro delle politiche culturali e partire dai progetti e dalle attività, lasciando il tema infrastrutture per la cultura (significativo il caso Auditorium) come elemento conseguente alle scelte complessive di politica culturale.

Nello stesso tempo una comunità che vuole aumentare il proprio ben-essere richiede che la cultura diventi elemento fondamentale in tal senso e fonte di identità. Per questo la politica culturale a Padova deve aprirsi di più agli operatori culturali e per farlo serve una Consulta.

Proposte:

L’Assessorato alla Cultura promuove una Consulta per la Cultura dove l’intera comunità culturale padovana (istituzioni, Università, associazioni, cittadini, artisti, operatori del settore culturale, insegnanti, comunità straniere) partecipa alla definizione delle politiche culturali, attraverso le seguenti attività: progettazione a medio e lungo termine; coordinamento delle attività culturali; gestione e qualifica dei luoghi deputati alle attività culturali.

L’Assessorato alla Cultura ha il ruolo di facilitare e accelerare le energie, le idee e le iniziative che provengono dai soggetti culturali cittadini. Niente come la cultura esige una partecipazione dell’intera comunità alle decisioni.

La Consulta diventa motore vivo se i giovani rivestono un ruolo di rilievo al suo interno.

La Consulta dovrà operare continuativamente alla creazione, promozione e gestione delle attività culturali, oltre i limiti dei luoghi istituzionali specifici destinati alla ricerca e alla trasmissione del sapere.

La Consulta deve sostenere e potenziare le iniziative artistiche, letterarie, musicali cittadine, promuovendo anche un “albo dei mecenati” trasparente.

La Consulta deve promuovere iniziative di educazione culturale dei padovani che devono essere i primi fruitori delle iniziative (non si vive di solo turismo). Per farlo bisogna comunicare arte, musica, teatro, cinema ai cittadini con iniziative di formazione e informazione.

Benefici:

La cultura in città diventa bene comune, un bene di tutti.

La condivisione delle scelte accelera le decisioni e diminuisce i conflitti.

Aprire la politica culturale alla città significa riuscire a fare di più con meno risorse in un momento di scarsità di budget.

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