Il tema della sicurezza è trasversale. Sulla sicurezza di una città influisce l’urbanistica, la mobilità, il welfare e l’assistenza agli ultimi, la cultura della legalità, la costruzione di aggregazione e senso di comunità, l’arredo e il decoro urbano, la presenza di luoghi di aggregazione e di spazi di incontri pubblici, il recupero dei luoghi abbandonati a cui restituire una funzione urbana, la prevenzione del disagio, il modello economico e altro ancora.

La mancanza di sicurezza è uno dei segnali più evidenti di una società disgregata e non più coesa. E’ la conseguenza di molte scelte in tanti ambiti diversi. La nostra proposta per Padova mette al centro l’urgenza di avviare una transizione verso un nuovo modello di sviluppo, un modello in cui il benessere delle persone deriva da nuovi modi di fare economia e nuovi modi di fare comunità.

Tutto questo è al centro dell’intero Programma per Padova, moltissime delle proposte descritte che intendiamo realizzare agiscono sulle cause che generano le situazioni di insicurezza nella nostra città.

In questo capitolo tuttavia non vogliamo parlare di come eliminare le cause, questo si trova in tutto il Programma, ma delle misure dirette per ripristinarla nelle situazioni più urgenti e più emergenziali presenti oggi in città.

Proposte:

Obbligo di installazione di telecamere all’interno di tutti gli esercizi commerciali presenti nelle aree più soggette a microcriminalità, spaccio e risse (Stazione, Borgomagno, via D’Avanzo, Piazza Azzurri d’Italia, Pescarotto, Fiera, Stanga etc..), nelle sale slot, sale scommesse e altre situazioni analoghe . Molto spesso i primi a soffrire gli abusi sono i titolari di questi esercizi commerciali, sia italiani che stranieri. Questi vanno protetti e vanno coinvolti, in maniera passiva, nella lotta alla microcriminalità. Le telecamere permettono di identificare e monitorare il comportamento dei frequentatori più sospetti consentendo un’opera di prevenzione da parte delle forze dell’ordine e interventi più tempestivi in caso di emergenze.

Controllo delle licenze per gli esercizi commerciali, in particolare quelli delle zone più a rischio. Le attività in regola devono essere tutelate dalla criminalità, quelle con gravi irregolarità devono essere sanzionate e non diventare zone franche.

Azione a tappeto sull’area grigia del sub (a volte anche sub-sub)-affitto in nero di appartamenti in città. Questa pratica consente a chi delinque di rendersi quasi ‘invisibile’ e dunque agevola l’impunità e l’azione criminale, inoltre favorisce lo sfruttamento della prostituzione in mano alla criminalità. Inoltre nei condomini di alcune zone della città costituisce una fonte di insicurezza percepita da parte degli altri abitanti dei condomini stessi che non sanno chi abita di fianco a loro. Va pertanto messa in atto un’azione sistematica di controllo, incrociando i dati dei contratti di affitto registrati con l’identificazione reale degli abitanti degli appartamenti. Un numero verde che riceva le segnalazioni dei cittadini può aiutare a intervenire per priorità. Necessario un coinvolgimento attivo da parte degli Amministratori di condominio.

Rafforzare il coordinamento tra forze di polizia e amministrazione comunale, mettendo a disposizione il Comune per risolvere i problemi di carenza di risorse e carenza di organico delle forze dell’ordine.

I non-luoghi, i luoghi degradati o non vissuti sono i luoghi dove più alta è la percezione di insicurezza. Queste sono le aree a cui ridare con priorità una funzione ben precisa all’interno della città. Questo lo si fa coinvolgendo gli abitanti locali nell’identificazione delle soluzioni e favorendo l’insediamento nelle aree degradate di nuove attività commerciali o artigianali con importanti sgravi fiscali.

Coinvolgimento della cittadinanza nelle segnalazioni rese più facili grazie alla diffusione di smart-phone che consentono di scattare e inviare foto in tempo reale. La città va fatta diventare ‘smart’ anche per quanto riguarda la partecipazione della cittadinanza alla lotta al crimine.

Coinvolgimento delle associazioni delle comunità straniere nel presidio del territorio e nella lotta alla criminalità straniera, che rappresenta un ostacolo all’integrazione degli stranieri onesti. Presenza nei luoghi a rischio della città di cittadini stranieri delegati dalle associazioni stesse.

Per le ore serali e notturne favorire la nascita di servizi innovativi di mobilità per i soggetti più deboli, come le donne sole.

Apertura in ogni zona degradata della città di uno spazio sociale a disposizione per attività o semplice ritrovo di giovani, associazioni, gruppi di cittadini. In tal modo ci si riappropria della città, senza lasciare zone franche, e tali spazi possono agire anche come presidio di sicurezza.

Oltre alla presenza delle forze dell’ordine va attivata la presenza costante nelle zone più a rischio di mediatori culturali, riconoscibili dai cittadini, che possano agire assieme ai rappresentanti delle comunità straniere per mitigare situazioni di tensione e per fare da collegamento tra il territorio e le forze dell’ordine.

Intensificazione della lotta allo sfruttamento della prostituzione e al racket dell’accattonaggio.

Per quanto riguarda il degrado e le forme di criminalità associate alla prostituzione in strada è arrivato il momento di aprire un vasto dibattito in città. Di fronte a soluzioni semplicistiche portate avanti da forze politiche demagogiche l’alternativa è un ampio, serio e concreto confronto nella città sul fenomeno della prostituzione in strada e del suo sfruttamento per arrivare a soluzioni condivise e innovative.

Esempi:

L’organizzazione Izmo ha reso operativa nel Comune di Torino una piattaforma web che dà la possibilità ai cittadini di segnalare le situazioni che ritengono critiche, in modo tale da creare un “controllo” (o “responsabilità”) diffusa del territorio: www.izmo.it

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