In aprile è stata approvata una legge regionale per contrastare la violenza sulle donne (legge regionale 23 Aprile 2013, n.5 Bur n. 37/2013 Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne). Tale legge prevede un lavoro di collaborazione tra pubblico e privato sociale, il sostegno dei centri antiviolenza, delle case rifugio e l’istituzione di un tavolo di lavoro.
Per la realizzazione di tali azioni è stato previsto lo stanziamento di euro 400,000 per il 2013 e altri ne seguiranno in futuro. La permanenza delle donne ed eventuali figli è gratuita almeno per i primi 120 giorni.
Nel territorio padovano esistono già molte strutture residenziali (gestite dal privato sociale) che si occupano di donne in difficoltà, donne vittime di tratta e di violenza, il problema è sempre stato che non essendoci una legge e un finanziamento non vi era la possibilità di pagare la retta per l’accoglienza di tali persone.
Devono essere implementate tutte le azioni per prevenire la violenza alle donne e rendere più facile per le donne girare per la città in sicurezza.
Il benessere della comunità, infine, dipende molto dall’aiutare con politiche opportune le donne a conciliare i tempi di vita quotidiani.
Proposte:
Strutturare una rete territoriale di servizi per la presa in carico delle donne vittime di violenza e degli eventuali figli, una rete capace di dare risposte anche sul piano della prevenzione delle violenze e delle misure per la sicurezza. Tale attività deve vedere il coinvolgimento di associazioni sociali del pronto soccorso ospedaliero, carabinieri, polizia, commissariati di pubblica sicurezza, referenti per i consultori, coordinatori area salute delle strutture scolastiche, privato sociale (centro antiviolenza, ma anche le diverse strutture residenziali che da anni si occupano di donne), un rappresentante dei servizi sociali e delle future Case della Salute e del Benessere di quartiere.
Aprire sportelli di ascolto e assistenza in ogni Casa della Salute e del Benessere di quartiere per la prevenzione delle violenze e dello stalking.
Consentire alle donne di muoversi in sicurezza per la città ideando e promuovendo servizi di mobilità innovativi adeguati nelle ore notturne, ad esempio i taxi collettivi.
Rafforzare il centro antiviolenza di Padova e coinvolgere le case rifugio già presenti nel territorio stringendo con queste e con le altre strutture di privato sociale convenzioni e protocolli conformi alle disposizione delle legge regionale.
Istituire momenti di scambio di esperienza tra donne vittima di violenza e le cittadine.
In collaborazione con le scuole superiori, informare le giovani donne sui centri di ascolto a disposizione contro la violenza e ai rischi di violenza legati all’assunzione di droghe e di alcool.
A Padova esistono da quasi 15 anni buone pratiche consolidate di assistenza alle donne vittime di tratta. Con i dovuti adattamenti, quel modello può servire anche per l’assistenza alle donne vittime di violenza.