Primo maggio: non solo celebrazioni, ma proposte concrete. Padova2020 inizia simbolicamente i lavori per completare una grande opera incompiuta a Padova: l’Idrovia.
Armati di pale e picconi, lungo l’argine a Villatora, un folto gruppo di attivisti del Movimento Civico Padova2020, in maglietta arancione d’ordinanza, hanno accompagnato il candidato Sindaco Francesco Fiore e l’ingegnere ambientale Tommaso Musner (candidato consigliere nella lista Impegno Comune) fino alle chiuse di Vigonovo dove il canale artificiale si interrompe, a pochi passi dal fiume Brenta.
Nella giornata dedicata alla Festa del Lavoro e dei Lavoratori, hanno voluto simbolicamente richiamare l’attenzione sulle potenzialità di occupazione e sviluppo legate al completamento di un’opera iniziata ben 50 anni fa.
“Allagamenti ed inondazioni non sono ormai più eventi eccezionali, ma la regola ad ogni pioggia un po’ più abbondante -afferma Francesco Fiore- l’idrovia risolverebbe il problema del dissesto idrogeologico, diventerebbe un’ottima via verde di collegamento tra Padova e Venezia, due città turistiche per eccellenza e rappresenterebbe infine un’occasione di sviluppo e occupazione, in quanto potrebbe diventare una sorta di ‘succursale’ del porto di Venezia.”
“Questo progetto era partito negli anni Sessanta come iniziativa delle Camere di Commercio e dei comuni di Padova e Venezia -ha ricordato Tommaso Musner- allo scopo di creare una via di trasporto alternativa che sgravasse la Riviera del Brenta dal traffico veicolare. La comunità Europea in quel periodo spingeva molto per individuare modalità alternative di trasporto delle merci, ma tutto si è bloccato a fine anni Ottanta con la chiusura del consorzio di gestione, dopo aver realizzato poco meno della metà dei circa 40 km previsti. Sicuramente l’idrovia, insieme ad una oculata pianificazione, potrebbe contribuire in maniera concreta e mitigare il rischio idrogeologico nel territorio padovano”.
Nella Lista Padova2020 per Fiore, l’età media dei candidati è di circa 40 anni. Le 32 persone che hanno deciso di sostenermi sono accomunate dall’entusiasmo e dalla condivisione della proposta di cambiamento che hanno contribuito ad elaborare in tanti mesi di lavoro.
Ci sono nomi di spicco, che hanno dato lustro alla città, come Fabio Salviato, Fondatore di Banca Etica e attualmente Presidente di Sefea (Società Europea della Finanza Etica e Alternativa) e professionisti autorevoli che sono da sempre impegnati anche nella società civile e nel volontariato, come il capolista Devis Casetta, biologo ambientale, membro di Legambiente e coordinatore della Commissione Urbanistica del Quartiere 4 SudEst dal 2004 al 2009.
Nella stragrande maggioranza si tratta di persone alla loro prima esperienza in politica: fra questi 6 ingegneri, 7 liberi professionisti, 4 avvocati, 8 impiegati in aziende private o nella scuola, 2 biologi, 2 medici e 2 giornaliste, e il più giovane candidato in assoluto di tutte le liste, Daniele Ceschi, uno studente di 18 anni che sta per dare la maturità in ragioneria.
Ognuno dei 32 nomi ha deciso di portare dentro la politica la propria esperienza in alcune buone pratiche, che hanno avuto un’elaborazione e una verifica prima di “trovare casa” nel programma di Padova2020 e che sono altrettanti esempi di quali strade innovative si siano dimostrate efficaci per uscire dalla crisi.
Non mancano persone di esperienza amministrativa, delusi dai propri partiti come l’ex Idv Fabio Scapin o del PD Beatrice Dalla Barba, entrambi consiglieri uscenti: persone che avrebbero potuto “sedersi” per quieto vivere a hanno avuto invece il coraggio di rimettersi in gioco in una sfida del tutto nuova.
La caratteristica predominante è comunque una forte domanda di partecipazione attiva, di impegno in prima persona per uscire dalla crisi. Un terreno sul quale si gioca il futuro della nostra città, una partita dove non ha più senso fare gol nella porta avversaria, ma dove occorre fare squadra tutti insieme, perché la sfida è far vincere Padova, non gli interessi di qualcuno soltanto.
Ivo Rossi promette 5000 posti di lavoro in 5 anni ma non fa riferimento ai quasi 1000 persi nell'ultimo anno mentre lui era Sindaco. Per creare occupazione in un momento di grande trasformazione come questo, dopo oltre 6 anni di crisi che ancora attanaglia le famiglie, ci vuole ben altro che le idee tardive proposte da Ivo Rossi.
Secondo una recente ricerca condotta dalla Comunità Europea, nei prossimi 10 anni il 70% degli occupati cambierà lavoro e i bacini occupazionali più promettenti saranno:
- Energie rinnovabili
- Bio architettura e ristrutturazioni eco-compatibili
- Agricoltura Biologica
- Turismo responsabile
- In generale settori di innovazione
- Attività sociali, in particolare imprese sociali
- Microcredito
Esattamente quelli su cui fanno perno le proposte contenute nel programma partecipato di Padova2020, che da un anno ha lavorato su questi obiettivi, quelli di portare a Padova le filiere di nuova economia ad esempio riciclo/recupero dei rifiuti, riqualificazione urbana, risparmio energetico, e un vero comparto dei creativi.
L'economia di territorio si incentiva con una moneta complementare e riportando almeno sotto al 60% le merci che arrivano da fuori, oggi siamo sopra l'85%! Questo si può ottenere, creando un marchio 'Made in Padova' che ricrei economia di territorio.
Il futuro delle città si giocherà sulla capacità di ottenere i fondi europei, Padova non brilla in questo, nel 2012 il Comune ha incassato solo 1.200.000 euro (dati bilancio 2013), si può fare 10 volte tanto investendo in un ufficio ad hoc con persone veramente competenti e con la fame di risultati
E’ necessario incominciare immediatamente questa transizione, intercettando i finanziamenti europei destinati a questo scopo (200 milioni di Euro per l’Italia).
Padova potrebbe diventare la città laboratorio se saprà anticipare e mettere a frutto queste opportunità.
Più nel dettaglio, alcune nostre proposte:
1. Il Comune dovrà farsi promotore e parte attiva, creando una Unità di Progetto per sostenere le imprese in difficoltà che intendono rilanciarsi o aprire nuovi business nei settori del futuro.
2. Avviare a Padova il distretto “Economia del Bene Comune” che rappresenta una leva e uno strumento per il cambiamento in ambito economico, politico e sociale: un ponte dal sistema vecchio a un sistema nuovo.
3. Creazione e promozione di un marchio ‘Made in Padova’ e di filiere di produzione-commercio-consumo a km zero allo scopo di generare nuova occupazione e nuova impresa soprattutto nel settore manifatturiero, rivitalizzando la Zona Industriale. La moneta complementare servirà ad alimentare un circuito virtuoso di cui beneficeranno produttori, commercianti e consumatori.
4. Il Comune di Padova promuoverà la nascita di un ‘Fondo di Investimento per Padova’ ad azionariato popolare consentendo ai soldi e ai patrimoni dei padovani di essere investiti in loco per lo sviluppo della loro città. Questo può essere un volano fortissimo per un cambio di marcia, per un nuovo, sostenibile sviluppo locale.
5. Creeremo così le condizioni per il rientro dei tanti giovani padovani emigrati all’estero in questi anni (20.000 negli ultimi tre), e apriremo uno sportello in cui fare incontrare domanda e offerta di lavoro.
6. Adottare pratiche ed iniziative per valorizzare i Centri Commerciali Naturali, rivitalizzando centro e periferie, applicando tecniche di marketing adeguate che stimolino il commercio diffuso che è un presidio fondamentale per evitare il degrado urbano.
7. Il turismo è un fondamentale volano per rilanciare l’economia: le bellezze di Padova (Mura, Castello Carraresi, Prato della valle, Orto Botanico ecc.) vanno promosse e valorizzate, ad esempio istituendo una Pro Loco 2.0
8. Far nascere la filiera del turismo fluviale, che colleghi Padova a Venezia e ne sfrutti quindi i flussi turistici, con grandi vantaggi occupazionali.
Domani, 25 aprile, a partire dalle ore 10.00 e fino alle 19.00, in Golena San Massimo, via San Massimo 137, in occasione della FESTA MULTICULTURALE verrà inaugurata la simpatica "sede mobile" di Padova2020, un pullmino volkswagen opportunamente allestito sul quale il candidato sindaco del Movimento Civico, Francesco Fiore, condurrà la sua campagna elettorale nei quartieri e fra la gente.
Il programma della festa è il seguente:
alla mattina intrattenimento per i più piccoli con i giochi: la città degli animali, ruba bandiera, gioco dell’oca.
Ma anche per gli adulti: gara di haiku, tarocchi tzigani.
A pranzo piatti etnici: thiebouyapp, couscous. Piatti indigeni: sarde in saor, grigliata mista.
accompagnamento di musica etnica.
Giri in barca sul Piovego con le tipiche barche a remi (voga veneta) della tradizione veneziana: gondola, caorlina, sandolo, topa, mascareta, sanpierota.
I grillini, temendo di perdere il monopolio della novità (come se fosse quello l’obiettivo, anziché dare nel concreto risposte ai bisogni dei cittadini e una reale prospettiva di sviluppo alla città), dicono che il nostro programma è stato fatto “mettendo la parola ‘verde’ su Google”.Forse questo è il sistema che va di moda adesso, soprattutto fra i "fan" della Rete, ma nel mio caso faccio presente che da 15 anni mi occupo di green economy per lavoro, e da molti altri per passione, dall’Università al volontariato in Legambiente, ben prima della nascita stessa di Google...
Il Dna ambientalista, sempre più importante, è comune a me e a molti altri candidati di Padova2020.
Ma, al di là della propaganda, vogliamo confrontarci sui contenuti? Io sono disponibile a un confronto pubblico con il candidato sindaco del M5S, credo che molti cittadini verrebbero volentieri ad ascoltare.
Mi auguro che non vogliano fare come Ivo Rossi che ormai da mesi si sottrae ai dibattiti di confronto pubblico.
Francesco Fiore, candidato sindaco Padova2020